I personaggi

Raffaele Di Mauro

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Il canonico Raffale Di Mauro nacque a Cava il 15 agosto 1913 da Ernesto e Virginia Di Mauro.

Don Raffaele fu ordinato sacerdote nel luglio 1938.Ricoprì successivamente vari incarichi e servizi: fu canonico della Cattedrale, cancelliere vescovile, presidente della Caritas diocesana, vicario economo e infine parroco di Sant'Arcangelo .Nel 1942, durante i difficili anni della II Guerra Mondiale, fondo' l'OPera Pia Ernesto e Virginia di Mauro, accogliendo e sfamando centinaia di bambini.

Infatti la nota dominante della sua vita fu la carità, che si è concretizzata con la creazione della struttura di Sant'Arcangelo.L'accoglienza nella struttura di accoglienza di orfanelli, figli di carcerati, bimbi e ragazzi bisognosi portò anche alla necessità di affiancare anche un progetto nel settore educativo: fu così creata la scuola dell'infanzia e la scuola primaria con servizi  ed opportunità didattiche che vengono tuttora sono presenti.

La scuola venne poi affidata alle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, condividendo con il canonico la gestione, soprattutto educativa e cristiana.

Dopo una vita vissuta nella carità verso il prossimo, morì a Cava il 21 dicembre 1975.

A lui è intitolata il Largo antistante l'Opera Pia nella zona di Sant'Arcangelo.

 

Tommaso Gaudiosi

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Il Monte Avvocata - Sonetto

 

Costeggiando il Tirreno, eccelso monte
Fra cento colli insuperbir si vede,
Ch'altri, lontano a riguardarlo, crede
Che tocchi il ciel con l'elevata fronte.
Qui
vi Maria, da l'inesausto fonte
Delle grazie, che largo il ciel concede,
sparge i nembi ai fedeli, a la mercede
Le mani ha sempre infaticate e pronte.
Corre veloce il peregrin da lunge
L'alpestre giogo a superar col passo,
Ove l'occhio medesmo a pena giunge.
Perché se 'l monte appo le stelle è basso,
La bassezza del monte al ciel congiunge
l'Avvocata del Mondo in cima al sasso
.

                   Tommaso Gaudiosi, 1671

 

Onofrio De Giordano de la Cava

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"E io, sequendo la istoria,dico che nel tempo che ‘l famoso maestro Onofrio de Jordano avea pigliata la impresa del mirabile edificio del Castel Novo, la maiore parte de’ maestri e manipoli de la Cava se conduceano a Napoli, per lavorare la ditta opera…".

Così Masuccio Salernitano ricorda nella sua novella XI l’architetto Onofrio Giordano de la Cava. E’ lo stesso Onofrio caposcuola riconosciuti dei maestri muratori della città di ava che nel 1426 a Roma era alla direzione del restauro di Ponte Rotto e che tra il 1436 e il 1442 sarà impegnato nella costruzione di fontane, acquedotti e palazzi nella città dalmata di Ragusa,l’attuale Dubrovnik, e al suo ritorno in Italia a Napoli attenderà a molte opere tra cui la piu’ complessa fu Castel Nuovo.

Non ci sono molte notizie sull’architetto cavese,:e troviamo tracce a Roma come direttori di lavori su mandato della Camera Papale nel 1426 e fu chiamato da Giacomo Kotruljevic, uomo d’affari presso la Corte angioina della regina Giovanna a realizzare opere a Ragusa. Qui tra il 1436ed il 1442, Onofrio assunse ed eseguì numerose opere di ingegneria idraulica ed ancora oggi il suo acquedotto costituisce uno dei vanti della città, come si puo’ leggere sull’epigrafe posta sulla fontana maggiore dove viene spiegata anche la difficoltà dell’opera idraulica che conduceva lungo 12 Km le acque sovrabbondanti per colles difficillimo ductu. La costruzione dell’ acquedotto e delle fontane fu determinante per le condizioni igieniche della città, ma anche per lo sviluppo tessile (tintorie e lanifici). La Fontana Grande è simile ad un piccolo battistero, a pianta poligonale con sedici lati ed era sormontata da una lanterna,andata perduta dopo il violento terremoto del 1667. La fontana piu' piccola fu chiamata dai ragusei Fontana de la Cava e si trova tuttora presso la Porta Plocce.


Le fontane di Dubrovnik

Nel 1447 di ritorno a Napoli si dedico’ al completamento di Sedile Capuano e costruì l’anno successivo una cappella per la confraternita di S.Severo. Nel 1453 completò i lavori affidatigli per la costruzione del Castel Nuovo per la corte aragonese di Alfonso I. La data della sua morte è incerta: da alcuni documenti sembra sia morto il 5 gennaio 1479.

Carlo Filangieri

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Carlo Filangieri, nato a Cava de' Tirreni nel 1784, fu esule a Parigi, dove studio'. Nel 1803 lascio' Parigi come sottotenente e combatte' sulla costa della Manica,a d Ulm, a Marienzell e ad Austerlitz. Il giovane soldato si trovo' poi ad affrontare la presa di Burgos in Spagna nel 1808. Nel periodo della lotta italiana per l'indipendenza, Filangieri, ormai soldato di comprovata esperienza, partecipò attivamente. Uscì dalla campagna di Murat con il titolo di Tenente Generale-. Nel 1820, durante la rivoluzione , si trovo' al comando della guardia cittadina di Napoli e della IV Divisione. Fu impegnato anche durante i moti del 1848 come luogotenente, per riconquistare la Sicilia per volontà di Ferdinando II. Abbandonate le armi, fu Presidente dei Ministri di Francesco II nel 1859 e l'anno successivo partecipò alla campagna contro Garibaldi. Fu esule a Marsiglia e a Firenze. Tornato a Napoli nel 1862, qui vi morì nel 1867.

 

 

Torquato Tasso a Cava

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 Torquato Tasso a Cava

Non lunge in prezioso aureo contesto
Di colore vario e di figure,
si scorge in umil Cava un vecchio onesto
fuggire il mondo e sue fallaci cure,
e le nubi toccar quel monte e questo,
e cader l’ombre nelle valli oscure,
e il sacro albergo in solitari e cupi
luoghi celarsi in fra pendenti rupi.

 

La figura di Torquato Tasso,nato l'11 marzo 1544, è ben nota ai Cavesi. Già nell’ottava quartina del III Canto della Gerusalemme conquistata, egli celebra la Badia di Cava e il pontefice Urbano II, noto per il riscatto del Santo Sepolcro.

Il poeta, da ragazzo, fu condotto spesso a Cava da padre Bernardo, segretario del Principe di Salerno e visitò il monastero benedettino . Anzi fu talmente affascinato dall’ ora et labora dei padri che vi è spesso testimonianza di essa nei suoi scritti e nelle sue poesie. Anzi è stato scritto dallo storico sorrentino Bartolomeo Papasso che il “Tasso era affezionatissimo dell’Ordine benedettino. Egli godeva chiamarsi amorevolissimo figliuolo di quella religione e nella compagnia di costoro Torquato passava i giorni in lieti ed amorevoli colloqui.  Tra le lettere del poeta è stata trovata la citazione" ..io son l’amico del padre don Angelo, che per suo amore ho fatto menzione particolare di papa Urbano II  al Monastero de la Cava, ove egli vi tornò monaco." I benedettini gli parlarono tra l'altro anche della vista all'Abbazia nel 1092 di Urbano II, il papa che organizzo' la prima Crociata. Il Tasso quindi da fanciullo ascoltava qui a Cava i racconti delle Crociate e delle gesta eroiche dei santi cavalieri diventati monaci nella suggestiva atmosfera della Badia. Furono proprio questi racconti, unitamente alle preoccupazioni per la sorte della sorella Cornelia, dopo l’incursione dei pirati sulla costa amalfitana, ed in generale il timore per il pericolo turco, che lo stimolarono a stendere la sua Gerusalemme Liberata.

La passione per l'Abbazia è anche presente in una lettera scritta a Ferrara al giovane benedettino cassinese Angelo Grillo nel 1584 nella quale ,riferendosi ai monaci benedettini cavesi ,Tasso prega l’interlocutore di ricordarlo ad alcuni benedettini di sua conoscenza e a tutti i padri della Congregazione, rievocando anche un caro ricordo della propria fanciullezza: «l’antica ed intrinseca dimestichezza» avuta con molti di loro «nel monastero de la Cava».

                           

Tratto dall’articolo di Carolina Damiani su Il Lavoro Tirreno,maggio 2007

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