La religiosità

L'arte presepiale

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Cava è famosa per i suoi numerosi presepi, soprattutto per quelli mobili,visitabili durante il periodo natalizio principalmente al Borgo.

Il presepe “ca se fricceca” nasce verso la fine dell’800 a Napoli, dove l’arte di arrangiarsi e di inventarsi un’occupazione lavorativa era di uso comune. Antonio Esposito Troise, fabbricatore di pettini, si dedico’ alla costruzione del plastico del primo presepe mobile a Port’ Alba e accompagnava i visitatori, cantando note canzoni del repertorio napoletano e facendosi chiamare Direttore del presepio. Successivamente con Nicola Chiurazzo, altro noto costruttore napoletano di presepi, creo’ una società, allestendo un presepe che divento’ il piu’ famoso di Napoli, in quanto oltre alla rappresentazione sacra venivano utilizzati dei pastori simili a pupi,creando veri e propri spettacoli. Questo presepe sopravvisse nella tradizione sino alla II Guerra Mondiale,scomparendo con l’arrivo degli Alleati. Col tempo è stato fortunatamente ripresa la tradizione anche grazie alle nuove teniche di illuminazione e di falegnameria ( con l’uso del moderno “polistirolo”).

Cava conservava due grandi presepi mobili nelle chiese di Sant’Arcangelo e di San Francesco. Il primo è andato distrutto da un violento incendio che bruciò i bellissimi pastori di fattura settecentesca. Il presepe mobile di San Francesco rimane invece,nonostante i numerosi furti perpetrati da ignoti,  uno dei piu’ grandi del Sud Italia e tra i piu' visitati, con alcune figure risalenti al ‘700 (re magi, cavalli, paesani) e con figure dello scultore Alfonso Balzico.

 

La chiesa di S.Maria del Rovo

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La chiesa di S. Maria del Rovo si trova nella zona Nord - Ovest di Cava alle pendici della collina di S. Martino e dista dal centro di Cava circa 1 km.
Vi si giunge percorrendo via S. Maria del Rovo, provenendo da Via Filangieri o da via Salvo D’Acquisto. La zona nella prima metà dell’Ottocento era abitata da poche centinaia di famiglie di agricoltori sparse per i campi, tra Passiano e S. Martino.
La chiesa fu costruita per rispondere alle esigenze di culto e di educazione alla fede di una comunità dedita ai lavori dei campi e fu voluta da Gelsomina Senatore, che continuò il lavoro iniziato nel 1830 dalla sorella Teresa, di educare al culto religioso i figli degli agricoltori. La chiesa fu aperta al culto nel 1883.
Il nome di S. Maria del Rovo ha origine da un rovo di spine che cresceva davanti alla volta di una scala, sotto cui si raccoglievano i piccoli per essere educati alla fede da Teresa Senatore. I rami flessibili del rovo furono piegati lungo il muro della scala a formare un bell’arco di verde. Attorno alla scala fu edificata ed aperta al pubblico dei fedeli una cappella nel 1875.
La chiesa, un gioiello di chiesa di campagna, è ad una sola navata, alquanto spaziosa. Entrando, a destra dalla porta centrale, si trova l’iscrizione della consacrazione del tempio e della sua inaugurazione:

Templum hoc Ad imaginem S. Mariae a Rubo.A suo humili sacello Amotam Magnificientius calendam Stipe fidelium collectitia Auspicio et cooperatione Alphonsi Apicella Eiusdem sacelli moderatoris Opus gratuito dirigente Michaele Accarino A solo excitatum fuit. MDCCCLXXXIII

(trad. Questo tempio, per venerare con più magnificenza l’ immagine di S. Maria del Rovo portata via dal suo umile tempietto, con una colletta dei fedeli, con l’auspicio e la cooperazione di Alfonso Apicella, custode dello stesso tempietto, con la direzione dei lavori offerta gratuitamente da Michele Accarino, è stato eretto nel 1883).

Sempre a destra in basso, troviamo la lapide della traslazione dei resti di Gelsomina Senatore, del parroco Alfonso Apicella, artefici della costruzione della Chiesa, voluta dal parroco don Sabato Apicella nel 1883. Continuando a destra della navata, troviamo l’altare di Generoso D’Amico, dell’anno 1900, con una tela del pittore Pietro Vollaro, discepolo del Morelli, che raffigura la morte di 5. Giuseppe fra Gesù al capezzale che lo sorregge e Maria genuflessa in preghiera. Un angelo bacia il bastone fiorito e un altro appare tra le nubi. A sinistra troviamo il battistero in marmi finissimi. Proseguendo troviamo un crocifisso ligneo portato nella chiesa di S. Maria del Rovo dall’Eremo di San Martino dopo il terremoto del 23 novembre dell’80. Continuando ancora nella navata sinistra troviamo l’altare a devozione di Vincenzo De Pisapia, dell’anno 1901, con una tela del pittore cavese prof. Raffaele Apicella, raffigurante il Signore che disvela il suo Cuore a S. Vincenzo e a S. Rosa genuflessi in adorazione. La balaustra che divide l’altare maggiore dalla navata porta scritto nei medaglioni di marmo da sinistra a destra:

Ave Maris stella Dei Mater alma Atque semper virgo Felix coeli porta
(trad. Ave, stella del mare, nobile madre di Dio, sempre Vergine Maria, porta felice del cielo).

Le pareti dell’altare maggiore in marmi finissimi conservano gli affreschi del pittore di Maiori Antonio Ferrigno, (realizzati nel 1919 a spese del commendatore Leopoldo Siani), la cui arte fu avvicinata a quella del Giorgione. I temi dell’affresco sono il Roveto ardente e Angeli alle pareti. Elemento caratterizzante e negli affreschi e nell’arredo sacro sono gli angeli. Gli stessi candelabri, voluti dal parroco don Sabato Apicella, riprendono il motivo degli Angeli. Sulla parete dell’altare maggiore troviamo l’iscrizione:Ad oremus – ignis de medio rubi – ad oremus.

Alla Madonna col Bambino è dedicato anche il quadro più significativo dell’interno. La tela è del 1840, del pittore Vincenzo Meccia.

( Tratto da Santa Maria del Rovo –La chiesa ritrovata del Liceo Scientifico A. Genoino di Cava de’ Tirreni - 2003)

Le vampe di S.Antonio Abate

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Ogni 17 gennaio si festeggia un santo singolare: S.Antonio Abate detto anche "Sant’Antuono", patrono degli animali, in particolare dei maiali.

Nell’iconografia classica il santo, uno delle piu’ vivaci figure del monachesimo egiziano, viene raffigurato tra gli animali, che al tempo rappresentavano le tentazioni del demonio da cui egli fu spesso insidiato nel deserto.

Questa festività ha antiche radici che si perdono nella notte dei tempi con origini pagane. Per scongiurare le malattie al bestiame si accendevano grandi fuochi, alti falo’ e ci si saltava sopra facendo scongiuri per eventuali malattie degli animali, e si riportava a casa un tizzone per il braciere o la cenere da spargere nelle stalle per tener lontane le epidemie dal bestiame.

Col passare degli anni questa tradizione è andata scomparendo, ma era costume fino a pochi decenni fa a Cava verso sera soprattutto tra i bambini e i ragazzi ritrovarsi nelle aie e nei cortili per raccogliere legna secca (soprattutto i bastoni di tabacco) ed arderla, raccogliendo la brace e riponendola nei bracieri per riscaldarsi. In tutta la vallata si diffondeva un acre odore di fumo e si notavano piccoli o grandi fuochi a simbolo della devozione al santo.

S. Antonio Abate nell'iconografia classica                                    Vampa di S.Antuono nella zona di S. Vito  

Le edicole votive

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Segno di una devozione che ha attraversato i secoli, le immagini che seguono sono un piccolo campione della religiosità popolare dei Cavesi dall' '800 sino ai nostri giorni. Esempio e inizio per continuare nella riscoperta di un patrimonio storico-artistico un tempo considerato “minore”, i pannelli in ceramica privilegiano l'immagine della Madonna SS. dell'Olmo, di S.Nicola, S. Francesco di Paola ,della Madonna del Rosario e si trovano in cortili, slarghi, agli incroci delle strade della Città, a protezione e accompagnamento del viandante.

vai alla galleria delle edicole votive

 

EDICOLE VOTIVE a  CAVA DE’TIRRENI

Censimento di edicole votive

Località censite
  • Passiano
  • Lucia
  • Anna
  • Pregiato
  • Cava Centro zona nord
  • Borgo - Pianesi

 Le edicole votive rappresentano un’importante manifestazione di religiosità e di arte popolare. Pertanto sono una testimonianza della cultura e delle tradizioni artigianali del nostro territorio. 

Località Cava Centro. Edicola corso Mazzini

 

 Località Cava Centro, zona nord. Chiesa di San Vito, corso Mazzini

 

Località S. Lucia. Via Carmine Siani, civico 13. Dipinto di  A. Della Porta raffigurante in alto S. Lucia, in basso S. Antonio e S. Alfonso. Datato 1978.

 Località Passiano. Edicola via Siani, angolo con traversa Ciotolo 1, raffigurante Maria Mater Domini. Piastrelle ceramica, datata 1823.

Località Pregiato. Via G.Arnese. Dipinto raffigurante una Pietà

 Località S. Anna, contrada S. Rosa. Via Vitale civico 13. Madonna con Gesù e S. Giovannino. Dipinto restaurato nel 2002.

Posizionamento  delle  edicole : Di solito sui portali  di ingresso di cappelle o chiese: raffigurano il santo venerato nel luogo di culto.

Frazione Santa Lucia.  Edicola sul portale della Chiesa parrocchiale raffigurante la Madonna delle grazie tra S. Lucia e S.Caterina d’Alessandria.Affresco.

 
 Località S. Anna.Chiesa parrocchiale S. Anna. Edicola   raffigurante S.Anna  e  la Vergine bambina. Piastrelle ceramica

 

 Località Pregiato .Via L. Pastore. Edicola  sul portale della chiesa del monastero di clausura femminile. Affresco raffigurante la Madonna delle grazie tra  S. Francesco e S. Antonio.

Le edicole del Borgo

 

 

 

Corso Umberto I, 98. Edicola sul portale della  chiesa  di   S. Maria Assunta  in  cielo  e delle anime  del  Purgatorio. Affresco raffigurante la Madonna con il Bambino  e  le  anime del Purgatorio.

 Posizionamento delle  edicole: Sulle pareti esterne delle abitazioni o  nei  cortili o  sulle scale: richiamano la  protezione sulla  casa.

Località Borgo

Borgo Scacciaventi. Interno cortile palazzo Quaranta, civico 32.Dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino, autore Santoriello, datato 1994.

 

 
   

 

 

 
   
Località Pianesi

 

 

Via Raffaele Baldi, civico 68. Edicola raffigurante la Madonna Addolorata.

Piastrelle ceramica, datata             1971.

 

 
   

 

 

Località Passiano

 

 

 

 

Via Carmine Luciano, civico 5.

Affresco raffigurante la Madonna del Rosario.

 

 

 

 

 

 

Località Pregiato
 
   

 

Via Arnese civico 47. Edicola raffigurante

Madonna con

Bambino e anime del Purgatorio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Località Passiano

Casa Sorrentino, piazzetta tra via G. Armenante e via A. Ferrigno, civico 25.

Rara edicola che contiene due immagini della Vergine: la Madonna dell’Olmo e una ulteriore Madonna con il Bambino.

 

 

Posizionamento delle edicole

 

Nel punto in cui convergono due o più strade: richiamano la protezione sul casale, ma possono anche marcare dei limiti di confine.

Questa tipologia rappresenta a Cava il gruppo di edicole più antiche. La chiusura delle nicchie con rete metallica o con vetro è stata apposta per preservarle da atti di vandalismo, ma non permette di poterne godere appieno.

 

 
   

 

 

 

 

 

Località Pregiato

 

 

Incrocio tra via Ferrara e via G. Esposito.

Edicola raffigurante la Madonna dell’Olmo tra San Nicola e S. Antonio. Piastrelle ceramica, datata 1838.

 

 

 

 

Località Passiano

 

 

Via Armenante, angolo via Contrapone.

Edicola raffigurante la Madonna del Rosario. Piastrelle ceramica. E’ l’edicola più antica, datata 1696.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Località Cava Centro

 

Via Caliri, di fronte imbocco via G. Palmieri. Madonna tra San Francesco di Paola e San Filippo Neri.

Piastrelle ceramica,

datata 1825.

 

 

Località Pianesi

 

 

Via Canale, oggi via Corradino Schreiber, alle spalle della Chiesa di San Francesco.

Dipinto.

 

 

 

 

 
   

 

 

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Località Pregiato

 

 

 

 

Via Aniello Salsano, civico 2.

Edicola preesistente e inglobata nell’edificio. Raffigura il miracolo di

  1. Nicola di Bari. Piastrelle ceramica. Datata 1792.

 

 

Posizionamento delle edicole

 

Sugli ingressi dei fondi agricoli: richiamano la protezione sul casale e sulla produzione agricola. Talvolta indicano i confini del fondo.

 

 

Località S. Lucia

 

Via Di Domenico, civico 64.

Edicola raffigurante S.

Lucia.

Piastrelle ceramica.

 

 

Località Passiano

 

 

Via Adinolfi, civico 80.

Molti fondi agricoli sono ormai spariti e il villaggio è unito al Centro di Cava da una serie continua di abitazioni.

 

 

Località Passiano

 

Via Carmine Luciano, lateralmente alla chiesa parrocchiale.

Edicola               di fattura moderna sul muro di recinzione di un abitato       circondato da un appezzamento di terreno coltivato.

Piastrelle ceramica. Raffigura S. Arsenio.

 

 

Località Passiano

 

Largo Casa Apuzzo, civico19.

L’edicola di fattura moderna occupa lo spazio di una

preesistente. L’attuale è dedicata al SS. Salvatore patrono della parrocchia di Passiano.

Unica piastra in

ceramica.

 

Località Cava Centro –
  1. Arcangelo

 

Via G. Gigantino, sulla rotatoria, angolo con via E. Di Marino

Edicola attualmente in restauro sulla strada che collega il Centro di Cava con il villaggio di

  1. Arcangelo. E’ posta su quello che era l’arco di ingresso di un fondo agricolo (ora zona abitativa).

 

 

Località S. Lucia

 

 

Via G. Vitale, civico 62. Piastrelle ceramica.

Reca la scritta «S.M. DEL CARMINE 1836 C.C.»

 

 

Posizionamento delle edicole

 

Lungo le strade degli antichi centri urbani: l’olio nelle lucerne, posto dalla pietà popolare, rappresentò il primo impianto di illuminazione pubblica.

E’ anche questo il motivo della presenza di tante edicole al Borgo Scacciaventi.

 

 

Località Borgo

 

Borgo Scacciaventi (ora corso Umberto I), ingresso sud, edicola posta sulla prima colonna del porticato.

Madonna con Bambino, dipinto realizzato da F. Lambiase (pittore in Cava, metà ’900).

 

 
   

 

 

 

 

 

 

Località Borgo

 

 

Borgo Scacciaventi, civico 42.

Madonna dell’Olmo.

 

 
   

 

 

 

 

 

Località Borgo

 

 

Borgo Scacciaventi civico 59.

Madonna dell’Olmo. Piastrelle ceramica.

 

 
   

 

 

 

 

 

Località Borgo

 

 

Borgo Scacciaventi civico 70.

Madonna di Montevergine, dipinto restaurato nel 2001.

 

 
   

 

 

 

Località Borgo

 

 

Borgo Scacciaventi civico 103.

Dipinto raffigurante la Madonna dell’Olmo.

 

 

Località Borgo

 

 

Borgo Scacciaventi, civico 119.

Edicola raffigurante la Madonna con il Bambino.

 

 
   

 

 

 

Località Borgo

 

 

Borgo Scacciaventi, ingresso nord,                                          angolo palazzo Stendardo civico 86.

Dipinto raffigurante l’Addolorata, restaurato negli anni ’90.

 

 

 

 
   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A cura di alunni della 4 A Turismo IIS «Della Corte - Vanvitelli» di Cava de’ Tirreni

Conclusioni

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 


 

La Chiesa di S.Maria di Costantinopoli

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Posta al bivio tra le frazioni di S.Pietro e della SS.Annunziata , troviamo una piccola semplice chiesa con un campanile a vela: è la Chiesa della Madonna di Costantinopoli o del Monte, costruita grazie alla beneficenza dell'architetto napoletano Vincenzo Della Monica.

La sua fondazione, nella contrada detta dei Barilari, risale al 1603 e da allora l'edificio ha subìto diversi interventi ed è stata completamente rifatto verso la metà del XVIII secolo. Di notevole interesse è la pala risalente al XVI secolo, un tempo collocata sull'altare, oggi invece conservata nell'aula consiliare del Palazzo di Città e rappresentate la Madonna di Costantinopoli col bambino tra S. Giovanni Battista e S.Domenico, con in basso a destra il committente Vincenzo della Monica in atteggiamento di preghiera.

Particolarmente interessante è il paesaggio che si intravede nel quadro che ricorda la pittura seicentesca di Leonardo da Vinci.

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