Passeggiata all'Avvocata

Pubblicato in La natura Etichettato sotto Scritto da Matteo

Una delle escursioni più amate dai Cavesi e da tutta la popolazione della Costiera Amalfitana è quella al Santuario dell'Avvocata.

Situata a 873 metri sul livello del mare, la chiesa si erge a picco sul monte Falerzio (mt. 1024), tra Capodorso e Maiori. Attraversando dal piazzale della Badia dove si trova la fontana della Frestola, si giunge prima a Capodacqua, poi, attraverso il valico dove una croce di ferro ricordano Bettina Ferrara che qui vi cadde vittima di violenza nel 1926, si giunge alla Cappella vecchia, dove si gode una splendida vista su tutto il golfo di Salerno.

Proseguendo attraverso Acquafredda , detta anche "Scetate che è juorno", si prosegue attraverso alcuni valichi fino alla sella dove si puo' osservare la valle di Tramonti e le cime dei monti Lattari. Scendendo si incontra il Santuario dell'Avvocata, circondata da una cerchia di mura. Un sentiero sotto la chiesa conduce ad una grotta, in cui un altare reca la data del restauro (1890). Dal Santuario si puo' proseguire verso est, passando davanti ad un'altra grotta,un tempo ricovero di briganti, per raggiungere il Belvedere. Lo spettacolo a cui si assiste sulla montagna è mozzafiato: da Punta Licosa a Ravello ed Atrani.Sul Belvedere è posta una lapide che ricorda il giovane alpinista De Simone Niquesa, morto su queste rocce il 1° gennaio 1921.

Il Santuario è anche meta di una lunga tradizione: il lunedì dopo la Pentecoste, i pellegrini di Cava e il martedì quelli di Maiori accorrono numerosi e festanti, cantando e ballando antichi balli popolari e soprattutto banchettando e cantando in onore della vergine con tammorre, castagnette, putipu', triccabballacche, organetto, chitarra battente, ciaramella.

La tradizione narra che la Madonna apparve nel 1470 ad un pastorello , Gabriello Cinnamo. Il giovane, dopo aver visto una colomba svolazzargli intorno, la seguì e scoprì una grotta dietro un cespuglio. La notte seguente ebbe in sogno la Vergine che gli disse di lasciare ad altri la cura delle capre ed edificare in quella grotta una cappella dove sarebbe stata sempre la sua Avvocata. Qualche giorno dopo, mentre era intento ad intrecciare vimini, fu attratto da una luce che veniva dalla grotta e contemporaneamente udì le medesime parole che la Madonna  aveva pronunciato nel sonno.Il pastore divenne eremita (Fra' Gabriele) e raccolse offerte per costruire una cappella con il permesso dell'Abate benedettino di Santa Maria Olearia di Maiori. La notizia del miracolo si diffuse ben presto e richiamo' molti fedeli, tanto che non basto' piu' la cappella, ma si decise di costruire una chiesa, con un piccolo monastero costruita al disopra della grotta, sulla roccia, con l'approvazione del papa Leone X nel 1503. Nel 1697 la struttura fu concessa ai frati Camaldolesi che vi rimasero fino al 1807. Poi il monastero fu soppresso. Nell'Ottocento la chiesa fu distrutta da un incendio e fu riedificata all'inizio del '900.

Il Santuario dai primi del '900 a tutt'oggi dipende dalla Abbazia Benedettina di Cava, che ne cura il suo rifiorire. Negli ultimi anni la chiesa è stata restaurata e sono state inserite delle notevoli vetrate artistiche.

Del monte Avvocata già nel '600 il poeta marinista cavese Tommaso Gaudiosi dedico' un sonetto; ma l'eremo ed il panorama che si gode da esso ha esercitato notevole fascino e commozione tra gli artisti e gli storici che si sono susseguiti nei tempi.

Dalla sella, prima di scendere al santuario, si puo salire a sinistra per ragiungere la vetta del mote Avvocata ( a mt. 1014) da dove s gode uno splendido panorama: da puta Licosa, ad trani e Ravello.

Galleria fotografica Avvocata

La Frestola, l' acquedotto Romano e la Grotta di S. Cristoforo.

Fin dal tempo della gens Metilia, famiglia dell'antica Roma che abitò la zona, di S. Cesareo  l'acqua delle sorgenti veniva captata e convogliata a valle. Ne è testimonianza un acquedotto che risale ad epoca imperiale, che sorge a breve distanza da una sorgente detta della Frestola, sempre frequentata da Cavesi che attinguono acqua fresca ed invitante. La sorgente deriva dal latino "fistula", che indica il cannello nella roccia da cui proviene l'acqua.

Dalle Frestola, proseguendo la stradina nel bosco a sinistra si puo' vedere l'acquedotto romano con le sue arcate imponenti del I -II sec. d.C., a tre ordini. Continuando a sinistra si scende fino alla grotta di S.Cristoforo, dove oggi si intravedono soltanto alcuni resti del dipinto (alcune croci). Nei pressi bisogna guardare un torrente: è forse da questo che si deve il nome della grotta, ricordando la leggenda del santo che guada il fiume con il Bambino Gesu' sulle spalle.

Sempre dalla Frestola, a destra , ai piedi dell'Abbazia, se ci si addentra nella gola lungo il monastero, potremo bere la freschissima acqua del Sambuco o della sorgente di Sant' Alferio, dal nome del fondatore della chiesa benedettina cavese.

 

Galleria fotografica Frestola

 

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