All’interno, di notevole interesse sono il battistero cinquecentesco di marmo ed il coro; fra le cappelle laterali, quella di S. Adiutore, patrono della città. La grande tela della <Pietà> è opera del cav. Armenante, pittore cavese del XVIII sec, Gli scorci della volta furono dipinti nel 1797 dal Mozzillo. La costruzione del Duomo ebbe inizio nel 1517 e fu affidata all'architetto Pignoloso Cafaro.La sua ultimazione richiese molto tempo e ripetuti interventi di consolidamento. Nel 1587 venne eseguito il soffitto in legno della navata centrale che reggeva tele dipinte da valenti pittori e distrutte, insieme con il soffitto, dalle cannonate nel corso della seconda guerra mondiale (1943). Ulteriori interventi si sono resi necessari in seguito al terremoto del 1980.
Piazza del Purgatorio
Della quattrocentesca chiesetta di S.Giacomo, l’Università della Cava si serviva inizialmente per i suoi parlamenti dopo essersi trasferita dal Corpo di Cava. La bella pila dell’acquasanta risale al tardo ‘400. E' conosciuta come la chiesetta di Mamma Lucia. La campana fu eseguita da Matteo de Jordano nel 1556. Ai margini del Borgo Scacciaventi, di fronte alla chiesa del Purgatorio, la bella facciata (di un barocco classicheggiante) della chiesa di S. Giovanni, sconsacrata da oltre un secolo. Il complesso conventuale di San Giovanni Battista, in origine ospitava le suore di Santa Chiara e fu edificata ad iniziare dal 1601, mentre l’annessa chiesa conventuale, dedicata per l’appunto a S. Giovanni Battista, fu edificata tra il 1640 e il 1650. La chiesa di S. Giovanni Battista, posta sul fronte sud del complesso, si caratterizza per la facciata tardo manierista con elementi barocchi. Particolare è il portico a tre arcate. A piano terra la facciata è arretrata per ospitare il coro. Nel 1861, con la soppressione del convento, la struttura venne destinata ad asilo, scuola elementare e carcere. La chiesa di S. Giovanni Battista fu sconsacrata nel 1865 e venne utilizzata per comizi, cinema, ufficio postale ed infine a Pretura. Oggi è sede della Mediateca Marte.
Piazza S. Francesco
La piazza fu sede nel tardo medioevo di un importante mercato del bestiame. Al centro vi troviamo un'antica colonna di marmo e una fontana, ricostruita con i pezzi marmorei originali dopo il terremoto del 1694. La cinquecentesca chiesa di S. Maria di Gesù, dalla splendida facciata a tre archi, fu consacrata in epoca successiva a S. Francesco da cui prese nome l’ampio spiazzo. La porta centrale è opera di maestri cavesi, cosi pure il prezioso coro intaglio (1536). Le pile dell’acquasanta (1578) furono fatte a spese dell’Università, come attesta un’iscrizione che ancora vi si legge. In sacrestia, un’urna antica con bassorilievo presentante una caccia, usata come lavamani. Nella chiesa,oggi denominata Chiesa di S.Francesco e Sant' Antonio, si allestisce ogni anno un artistico presepe con pastori del ‘700 ed altri realizzati nell’800 dallo scultore cavese Alfonso Balzico. Dopo il sisma del 1980, che ha risparmiato solo la facciata in travertino e, il campanile e la zona del transetto, è stata ricostruita ed ampliata con la chiesa inferiore. La chiesa contiene anche una bella biblioteca che raccoglie circa tredicimila volumi editi dal quindicesimo secolo ad oggi. Sistemata in parte nell'antico refettorio francescano ,conserva sia 323 "cinquecentine", con edizioni pregevoli, anche straniere ed un atlante geografico del 1766, un volume con sei carte che descrivono il globo con i paesi allora conosciuti. Per la musica sono presenti 22 libri "Corali" con melodie gregoriane rappresentate con eleganti e preziose miniature.
A fianco la struttura di Santa Maria del Rifugio nel cui chiostro si ammirava fino al recente furto negli anni '80 una <vera> da pozzo in marmo scolpito, raffigurante le immagini di santi monaci. La vera è stata recentemente ritrovata in Sicilia e presto sarà restituita al luogo originario.
In fondo alla piazza sorge la Basilica Maria dell’Olmo(1482), in cui si custodisce l’immagine miracolosa della Madonna, rinvenuta — secondo una leggenda — tra i rami di un olmo. Della costruzione primitiva rimane intatto il campanile. I quadri del soffitto furono eseguiti dal Ragolia nel 1683. Il pulpito di marmo è opera giovanile di Alfonso Balzico, famoso scultore di re Vittorio Emanuele II, Re d'Italia.
I portici
Nel centro storico, a partire dall'antico Borgo Scacciaventi, un doppio filare di portici si snoda ininterrottamente per oltre mezzo chilometro. I pilastri variano a seconda dei secoli (mt. 2,5 – 3 metri in epoca medievale fino a 4 – 4,5 metri nell' ‘800)
Particolarmente interessante è poi il ponte di S.Francesco, costruito nel XVI sec., rappresentato e celebrato in stampe e quadri famosi, soprattutto dal Gigante e dal Palizzi, grandi vedutisti della scuola napoletana dell'800: opera architettonica imponente con sei arcate che ha permesso un collegamento più rapido tra Cava e Salerno. E' opera di due architetti cavesi: Marco Modio e Giovan Tommaso De Marinis.
Da non dimenticare infine il Palazzo di Città nella vicina Piazza dedicata ad Eugenio Abbro, sindaco ventennale della Città. L'edificio , ricavato dal Teatro Verdi , conserva all'interno delle tele di Clemente Tafuri, tra cui la consegna della pergamena bianca,e la Battaglia di S.Lucia nonché alcune tele del maestro Matteo Apicella ( ad es. Autunno - Inverno ) ed alcune tele raffiguranti personaggi storici cavesi , di Giuseppe Garibaldi , del re Vittorio Emanuele nonché una pala della Chiesa della Madonna di Costantinopoli, rinvenuta nella Chiesa omonima nella zona di S.Pietro.
La Villa comunale
Di particolare interesse è anche la Villa Comunale anticamente chiamata "il Boschetto". E' un caratteristico giardino pubblico dell' 800. Progettata dall'architetto Lorenzo Galanzè e fu realizzata con il Teatro Verdi ( oggi Palazzo di Città) subito dopo l'Unità d'Italia su un terreno agricolo chiamato anticamente La Fratta. Aperto nel 1865, rimandava alle caratteristiche dei giardini all'inglese. Per rendere più piacevole il parco fu aggiunto il Boschetto delle Delizie, così chiamato per la presenza di piante rare ed esotiche, provenienti dal Reale Orto Botanico di Napoli. Nel 1890 fu anche creata una pedana attrezzata per i concerti bandistici ed una sala da caffè. Divenne pertanto luogo di incontro per la solida tradizione turistica estiva del tempo, ricercata anche da appassionati di botanica. Con la prima guerra mondiale la VIlla cominciò ad avere segni di degrado che si sono protratti sino al 2000, epoca del restauro con cui è stato fatto un tentativo di riprendere i suoi caratteri iniziali di villa ottocentesca che faceva da cerniera tra centro storico e nuove espansioni edilizie.Al centro della Villa si trova l'ex Club Universitario Cavese: nato come Casa del Balilla, fu aperta al pubblico da Vittorio Emanuele III quando inaugurò il monumento ai caduti della I Guerra Mondiale nel 1929. La Casa fu costruita nel "boschetto" dal Fascio locale: all'epoca fu imposto ai coltivatori di tabacco di devolvere volontariamente qualche chilogrammo del loro raccolto per la costruzione dell'edificio, donato poi all'Opera nazionale Balilla. Colpita nel 1943 dai bombardamenti, fu ricostruita e concessa ai giovani universitari cavesi.Ora è sede del Forum dei Giovani e di un'associazione anziani.