Preliminarmente sono stati ritrovati elementi quali frammenti di terraglia del Settecento e alcune ceramiche vietresi dell'Ottocento.
Durante l'asportazione di un deposito, è stata recuperata una moneta di epoca normanna. Si tratta di un follaro, dal latino follis, moneta in rame coniata dagli Ostrogoti ed in seguito emessa nell'Italia meridionale da Bizantini e Longobardi e la cui emissione fu continuata dai Normanni. La moneta è attribuibile a Manso vicedux e fu battuta dalla zecca di Amalfi alla fine del XI sec. Ha un peso di 5 gr. e un diametro massimo di 2,57 cm. Essa rappresenta la prima attestazione della frequentazione normanna del castello che probabilmente venne eretto proprio in questo periodo.
Ricordiamo che Manso ( 1077 -1096) è stato un viceduca lombardo che governò il Ducato di Amalfi durante il regno di Ruggero, duca normanno di Puglia. Egli è conosciuto solo dalle sue monete, i follari, monete di rame recante la scritta MANSO VICEDUX sul retro. Irregolare e povera in termini di qualità, ogni moneta attribuita a Manso porta il suo nome e il titolo, a volte circondata da una croce. Tra il rovescio spesso vi sono immagini inspiegabili: sulle monete recanti questa iscrizione vi sono a volte un busto, una testa coronata, un toro , un cavallo, un castello, e due torri oppure , come in quella ritrovata a Cava ,una mano aperta (la mano di Dio, manus dei ).
Il follaro ritrovato ( Manus dei)
Lo scavo ha interessato anche la zona ovest all'esterno del bastione, già sistemata negli anni '50. Qui sono state raccolte ceramiche di varie epoche e tipologie tra cui le cosiddette decorate a spugna di origine vietrese della fine del XIX sec., maioliche dipinte in blu del XVI sec., pareti di "spiral ware" di XIII e XIV sec., ceramiche da dispensa decorate a bande rosse, invetriate e protomaioliche della fine del XIII sec..
Alcune foto del Castello agli inizi del '900.
I recenti scavi del 2010 a cura dell'arch. Enrico de Nicola
Occorre precisare che gia' nel 2007 furono effettuati sondaggi dalla Cattedra di Archeologia medievale dell'Università degli Studi di Salerno ( prof. Peduto) e in quell'occasione affiorarono alcune strutture di una cinta muraria e furono ritrovati numerosi oggetti medievali. Tra di essi il reperto piu' antico è una parete di "vetrina pesante" del X - XI sec. Sono state recuperate alcuni vasi a "bande rosse" risalenti al IX -X sec. e al XII -XIII sec..Sono state ritrovate inoltre alcune invetriate bassomedievali di produzione locale "spiral ware" ed alcune importate dal Nord Africa o dalla Sicilia islamizzata. Tra questi spicca un bacino invetriato in verde all'interno e con orlo carenato e decorato da tratti in bruno all'esterno: è un manufatto siciliano della prima metà del XII sec. Vi sono anche alcuni pezzi di ceramica graffita ( l'oggetto cioè viene forgiato al tornio utilizzando una argilla sedimentaria di colore rosso), realizzati localmente tra XV e XVI sec.
L'area fu utilizzata maggiormente in età sveva ed angioina.Cio' viene testimoniato anche da due monete del XIII sec.: da un denaro di Federico II, comniato a Brindisi e di un denaro angioino della zecca crociata di Atene. Tra i vetri trovati al Castello si segnala anche una porzione di bicchiere in vetro con applicazioni di pasta vitrea blu sull'orlo, databile tra XII e XIV sec. così come un frammento di bicchiere bugnato in vetro del XIII - XIV sec.
Frammento di ceramica ritrovato al Castello