Ricerca storico-araldica dello stemma della città di Cava de’Tirreni

Pubblicato in Cava Ieri Etichettato sotto Scritto da Matteo

Lo stemma della Città di Cava de’Tirreni origina da quello dell’Abbazia Benedettina della Santissima Trinità di Cava, che si componeva, come ancor’oggi si compone, di sole tre fasce orizzontali nere su un fondo argento (o bianco), con l’aggiunta del Pastorale in figura verticale e della dizione S. T. C. (Santissima Trinità di Cava).

Quando indico fondo, rimembro a me stesso, che al di sopra e al di sotto delle fasce nere, divenute poi rosse per il motivo che dirò, ve ne deve essere una bianca, altrimenti non avremmo il fondo o campo. Lo stemma, così descritto, si palesa costituito da quattro fasce bianche, intervallate da tre nere.

           

All'indomani della conseguita autonomia civile-amministrativa, avutasi il 7 agosto 1394, da quando Papa Bonifacio IX Tomacelli elevò le Terre di Cava a Città, che significò la fine al potere feudale benedettino, le tre fasce orizzontali nere furono sostituite da altrettante di colore rosso, mantenendo il campo bianco od argenteo. Non pochi storici del passato, tra i quali Giovanni Alfonso Adinolfi, nel libro Storia della Cava distinta in tre epoche, sostiene che quando il territorio della Città di Cava da tre Distretti (Sant’Adjutore, Metelliano e Vetere) fu suddiviso in quattro Distretti, Quartieri o Province, che assunsero la denominazione di Sant’Adiutore, Metelliano, Corpo di Cava e Pasciano, le tre fasce orizzontali rosse divennero quattro. A tal proposito ci piace ricordare che non è mai stato trovato alcun reperto che supportasse tale teoria.

 

Il 4 Settembre 1460, Re Ferrante I d’Aragona, Sovrano del Regno di Napoli, concesse a Cava il titolo di Città Fedelissima consegnando in Napoli, a Messere Onofrio Scannapieco, Sindaco della Città di Cava, un’epistola ed una Pergamena in bianco (già da lui firmata e completa del suggello reale), affinché i cavesi vi scrivessero ogni concessione sovrana che si potesse concedere. Entrambe sono ancor’oggi gelosamente custodite nelle casseforti del Palazzo di Città.Il giovane Sovrano, trascorsi diciotto giorni, il 22 settembre 1460, visto che i cavesi non avanzarono alcuna richiesta, sempre in Napoli, nel Castello Nuovo (il Maschio Angioino), consegnò ai giudici: Pietro Cola Longo, Bernardo Quaranta e Leonetto de Curtis ed a Tommaso Gagliardi, Petrillo de Monica e Perosino de Giordano una seconda epistola con la quale concesse alla Città di Cava le guarentigie (esenzioni fiscali nel vendere ed acquistare in tutto il regno) e le armi aragonesi.

Relativamente al numero di verghette o pali di colore oro e rosso che si devono rilevare nella partitura destra (a sinistra osservando lo stemma), riteniamo che l’alternanza tra due e quattro o viceversa risiede dall’erronea trascrizione della frase: duas barras aureas et rubeas poiché in molti scritti del passato abbiamo letto duas barras auream et rubeam. Scrivendo gli aggettivi con la sillaba finale m al posto della s si sovverte la raffigurazione dello stemma. Aureas si riferisce al plurale, come auream al singolare. Ciò vale anche per rubeas e rubeam.   

 La municipalità cavese, in passato, ha attuato diversi stemmi, tutti disuguali fra loro, che a colori qui riporto, avendoli tratti da reperti e documenti antichi dello stato civile.                 

 Stemma adottato dalla nostra civica Amministrazione dopo l’unità d’Italia (1865 – 1890)

 

  Stemma adottato dalla nostra civica  Amministrazione dalla fine del 1890 al 1926 

         

 

Nella riproduzione tipografica in bianco e nero, il colore rosso è rappresentato da linee verticali parallele ed il giallo o l’oro con puntini. Esempi li troviamo negli stemmi impressi sui vetri delle porte d’accesso allo studio del Sindaco, della Sala Gemellaggi, del salone d’Onore del Palazzo di Città di Cava de’Tirreni.

                                         

Stemma attualmente utilizzato,mancante del fondo argenteo nella parte sinistra (a destra osservando) e delle armi aragonesi.

 

 Stemma adottato dalla nostra civica Amministrazione, come primo Gonfalone, dalla fine dell’era Fascista al 1960, posto su un drappo a fondo azzurro.

Lo stemma della Città di Cava de’Tirreni deve essere sormontato anche della corona regale (…nec non et supra scutum coronam nostram Regiam...sopra lo scudo la nostra corona Regia…, come recita l’epistola di re Ferrante del 22 settembre 1460) e giammai turrita, atteso che le corone turrite sugli stemmi delle città e dei comuni, sprovvisti di tale simbolo, furono imposte a partire dal 1943

    Città:

Corona turrita, formata da un cerchio d’oro aperto da otto posterle (cinque visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili), riunite da cortine di muro il tutto d’oro e murato di nero.(art. 96 del R.D. 7 giugno 1943, n. 652)

                

Sulla scorta delle indicazioni storico araldiche e dalla rilevazione degli stemmi impressi su marmo, ferro e pietra vulcanica nella Basilica della Madonna dell’Olmo e nella Chiesa di Santa Maria del Gesù, comunemente dette di San Francesco e Sant’Antonio o della Municipalità, le cui opere di edificazione terminarono nel XVI secolo, e visti i diversi stemmi adottati dalla nostra civica amministrazione nel corso del XIX e XX secolo, si è reso necessario ricorrere all’archivio di Stato di Napoli ove nel fascio 3635 del Catasto onciario dell’anno 1753 ho ritrovato, impressi a secco, numerosissimi stemmi della Città di Cava con la foggia che segue, uguali a quelli tuttora presenti nelle due chiese citate.

Alla luce di quanto prima illustrato,si può concludere che il vero stemma della nostra Città di Cava de’Tirreni, è quello qui impresso che riproduco nella versione sannitico moderna e non stilizzata, come l’araldica suggerisce.

             

 Le notizie indicate nel testo sono state raccolte dal Cav. Livio Trapanese

 

     

                                                                                

 

 

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