Cava nella Strada Regia delle Calabrie e la Via Popilia

Pubblicato in Cava Ieri Etichettato sotto Scritto da Matteo

Cava rientra nel progetto di sviluppo turistico “La Strada Regia delle Calabrie” ,un antico asse viario del Meridione, con 44 comuni da Napoli a Castrovillari, per circa 240 chilometri. L'idea parte da una ricerca dell’architetto Luca Esposito, referente del programma di riqualificazione di ArcheoClub D’Italia.

Lungo la Strada si possono trovare stazioni postali ottocentesche, taverne ottocentesche, pozzi, palazzi, testimonianze dal ‘500 all’ ‘800, un ponte romano sulla via Capua Rhegium, mentre sul fiume Sele si trova invece il ponte del Verticillo, realizzato tra il 1624 e il 1625 e ricostruito nel 1757 sotto la direzione di Luigi Vanvitelli.   

Le taverne riscoperte, in particolare, rappresentano le “aree di servizio” del tempo.   Alcune hanno ospitato personaggi come Giuseppe Garibaldi, Carlo Pisacane e scrittori del Grand Tour come Wolfgang Goethe. Lungo la Strada è possibile ammirare alcuni resti dell’antica via Popilia, la consolare romana realizzata 2200 anni fa, castelli come quello di epoca normanna nel centro storico di Castrovillari e il battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore a Nocera Superiore.

In Italia ci sono due vie “Popilia”: la via Popilia settentrionale e la via Popilia meridionale. Quest’ultima è conosciuta come via Capua – Rhegium  ed è la più importante strada romana dell’Italia meridionale – con la via Appia – e fu costruita nel 132 a.C. In quell’anno infatti la Repubblica decise la costruzione di una strada che congiungesse stabilmente Roma con la Rhegium (reggio Calabria), estrema punta della penisola italica.  In base al ritrovamento della lapide di Polla, la via fu edificata per volontà del console Publio Popilio Lenate. La lapide di Polla  è appunto la principale prova del tracciato della strada.

 Il tracciato della via sembra ricalcare in modo verosimilmente quello della moderna A3 Salerno-Reggio Calabria. Le principali città sul tracciato erano infatti Capua, Nola, Nocera, Cosenza, Vibo Valenzia e Reggio Calabria.

Ma uno dei punti di interesse più importanti della Strada Regia delle Calabrie è il passaggio attraverso Cava, uno dei momenti più suggestivi della Strada Regia delle Calabrie, poiché qui il paesaggio cambia completamente, passando dalle colline e monti della Calabria al mare Tirreno.  

Inoltre, la Strada Regia delle Calabrie rappresenta un importante percorso di pellegrinaggio per i fedeli che vogliono raggiungere il Santuario di San Francesco di Paola, che si trova nella città di Paola, un luogo di grande devozione per i cristiani, poiché qui è vissuto e morto San Francesco di Paola, il patrono della Calabria, che passò anche nella nostra città.

Antica iscrizione in pietra in lingua latina. Si tratta dell’Elogium o Lapis Pollae, una targa commemorativa della costruzione della Via Popilia, una strada romana che collegava Reggio a Capua. L’iscrizione riporta i nomi dei magistrati che realizzarono l’opera e le distanze tra le varie città lungo il percorso. È stata scoperta nel 1732 a Polla, in provincia di Salerno, ed è conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

 

Un po' di storia

Nel 1778 Ferdinando IV di Borbone ordinò la costruzione di una strada che unisse Napoli a Reggio Calabria. La rete viaria nelle province meridionali del Regno di Napoli era allora estremamente arretrata, con tracciati spesso ridotti a stretti e malagevoli sentieri. La difficoltà di costruire strade efficienti in questa zona era dovuta alla natura impervia del territorio, in particolare alla presenza di profondi valichi, all'estrema instabilità del suolo e al carattere alluvionale dei corsi d'acqua.

Fino al 1778 la Consolare di Calabria ricalcava ancora per buona parte il tracciato della romana via Capua-Regium, o via Popilia, costruita nel 132 a.C. e caduta in abbandono in epoca medievale. Questa strada era stata l'unica via di comunicazione con l'estremo sud italiano per secoli, ma la mancanza di manutenzione e la scarsità di traffici terrestri l'avevano ridotta a un anonimo sentiero di campagna.

Il primo vero intervento di ripristino dell'antico percorso romano si ebbe nel 1562, sotto il viceré spagnolo Duca d’Alcalà, ma i lavori furono superficiali e non duraturi. Interventi sporadici continuarono sotto la corona spagnola, con opere esaltate da epitaffi, come quelli vicino a Cava de’ Tirreni. ma si trattò di lavori superficiali che furono presto spazzati via dalle alluvioni. Sotto la corona spagnola furono effettuati altri interventi sporadici, ma solo con l'avvento dei Borbone si ebbe un programma organico di riassetto viario.

I Lavori di costruzione della Strada di Calabria furono affidati all'ingegnere militare Pasquale Landi. I lavori avanzarono speditamente e agli inizi del 1784 la strada risulterà completata da Napoli fino a Casalbuono, in provincia di Salerno.

La Strada di Calabria fu un'opera fondamentale per lo sviluppo economico e sociale delle province meridionali del Regno di Napoli. Consentì di migliorare la comunicazione tra le diverse zone del territorio e di facilitare il commercio e gli scambi culturali.

 

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