Il passaggio di Carlo V a Cava

Pubblicato in I personaggi Etichettato sotto Scritto da Matteo

Molti narratorii dell'epoca ricordano l'accoglienza fatta dai Cavesi all' imperatore Carlo V.

Infatti nel 1535 Carlo V, vittorioso dalla sconfitta di Barbarossa a Tunisi, fu invitato a visitare il regno dal viceré, Pietro di Toledo, da Ferrante Sanseverino, principe di Salerno e da Alfonso Avalos, marchese di Vasto.

Sbarcato a Reggio Calabria, l'imperatore venne a Salerno presso Ferrante e il 23 novembre fece il suo ingresso trionfale a Cava.

 Nei Racconti di Storia napoletana  del 1909 viene così descritto il suo passaggio a Cava: Un miglio distante dove si dice lo Scacciavettoli, trovò una compagnia di fanti, belli giovani, vestiti con calze rosse e gipponi di velluto negro, e circa 400 Cavajoli archibuscieri con loro berrette rosse e pennacchi bianchi, con loro capitani d'ordinanza, che ferono una bella salva, e gridarono Imperio, Imperio, e Cesare, con molta gazzarra. E arrivando a la strada de lo burgo, là trovò un sontuoso arco trionfale con molte colonnette di broccati d'oro e telette d'argento e di velluti colorati, con molte tabelle con lettere latine. Era detta strada de circa un miglio, e in tutta la strada sono portici con archi di ƒabrica, tutti guarniti di tapezzerie. E le donne di tutti quelli Casali, erano vestite bene de seta, velluti e panni de grana; ed in mezzo della strada erano impergolati d'archi in croce di lauri, rosemarine, citrangoli; ed all'altro capo strata un altro simile arco con invenzione dell'arme de Cesare, e molti detti latini.

 Castaldo scrive invece nella sua Istoria: Passando per la Cava, i gentiluomini e cittadini di quella nel passare gli presentarono un gran bacile d'oro per lavar le mani, pieno di molte monete d'oro in segno di amorevolezza, che fu da sua maestà con grande soddisfazione dei donatori benignamente ricevuto .

 Le trionfali accoglienze, il donativo e le feste, che accompagnarono il passaggio di Carlo V, furono argomento di una delle satire più note La ricevuta dell'imperatore alla Cava, forse fatta rappresentare dallo stesso Ferrante d' Aragona nell'inverno di quell'anno, durante il soggiorno del sovrano a Napoli.

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