Fuochi a Monte Castello
Tra i tanti flagelli d'Italia nel 1656 vi fu quello della peste. Portata a Napoli da una nave di soldati spagnoli provenienti dalla Sardegna, dove era già apparsa nel 1650, si diffuse in tutto il Regno. A Cava la malattia seminò migliaia di vittime: i cadaveri furono seppelliti nelle campagne e non nelle chiese, per evitare che il morbo contagiasse la popolazione. Continue furono le invocazioni fatte ai Santi per scongiurare il male del secolo.La tradizione racconta che esso fu debellato grazie al pellegrinaggio fatto dal popolo cavese per venerare il Santissimo Sacramento della cappella esistente tra le mura del Castello di Sant'Adiutore.
L'unico prete sopravvissuto espose la Sacra Ostia ai quattro lati della terrazza della fortezza per benedire la Città. Nasce da questo episodio la famosa Festa di Castello che da allora si svolge ogni anno nell'Ottava del Corpus Domini.
Rappresentazione pittorica del maestro Matteo Apicella della celebrazione del Corpus Domini
Dall'anno successivo infatti, nel 1657, per volontà dei Signori della frazione Annunziata e con entusiasmo di tutto il popolo, la processione del Corpus Domini assunse forma penitenziale ed il suo percorso fu esteso sino alla sommità del Castello. Essa fu anche arricchita dalla presenza dei Cavesi armati di pistoni, di cui ogni cittadino era fornito,dal momento che ognuno doveva essere pronto ad accorrere alle armi non appena la campana di S. Liberatore avesse suonato a martello.
Questa tradizione è rimasta immutata fino ai nostri giorni, con l'aggiunta di una lunga serie di spari di pistoni, nel pomeriggio della Festa dagli spalti del Castello, in segno di giubilo.
A completare la manifestazione durante la serata, si può assistere a luminarie e fuochi d'artificio, che si concludono in maniera spettacolare con il fantasmagorico incendio della fortezza.
tratto da "Ritroviamo il nostro passato: i luoghi, la storia, le tradizioni..." a cura della sc.media Giovanni 23° - Febbraio 2003