Gli scavi a S.Cesareo del 1957

Pubblicato in Cava Ieri Etichettato sotto Scritto da Matteo

L'intervento archeologico a Cava del 1957 ha riguardato la zona di San Cesareo e l'indagine di scavo è stata condotta da alcuni archeologi della Soprintendenza tra marzo e maggio.

Un primo il tratto di lavoro interessò il fondo agrario di proprietà Iorio. Ricordiamo che la località di San Cesareo era già stata oggetto di varie rinvenimenti e già nel 1932 fu trovato un busto votivo di terracotta, conservato nella Badia di Cava. Nel fondo di casa Contursi furono ritrovate una tomba con cassa di mattoni, una statuetta di terracotta e a circa due metri di profondità una soglia di pietra con una cassetta di mattoni di epoca tarda romana: le statuette furono portate alla Badia.

Da San Cesareo proviene anche un’urna funeraria nella Sacrestia della chiesa di Santa Maria di Vetrato e ancora alcune lucerne fittili conservate al comune di Cava e che avevano fatto parte di corredi di tombe in questa frazione che furono trovati agli inizi degli anni ’50.

Nel 1957 venne ritrovato sul fianco sinistro della chiesa di S. Cesareo e nella proprietà Ferrara furono fatti vari scavi: si rinvenne un anello di bronzo, un frammento di terracotta, altre terrecotte, dei frammenti di ceramica sannitica e un muro con numerose conchiglie con altri frammenti di muro. In effetti si pensò alla scoperta di una sorta di complesso termale e, continuando lo scavo, si rinvenne un pavimento con impianto di riscaldamento con il recupero di alcuni pezzi di marmo bianco e giallo. Vi erano poi i resti di alcuni cunicoli appartenenti all'impianto termale e vari muri. Alla fine, dopo una serie di lavori ed indagini archeologiche, si trovarono delle lucerne risalenti dal I al III Sec.d.C. Furono trovati anche frammenti di piombo che erano delle tubature idriche della villa termale, il ritrovamento di vasellame da mensa da cucina, il becco di un lucernario e piatti di ceramica nera che potrebbero far parte della cosiddetta” ceramica campana” databile al II sec. A.C.

Probabilmente la villa romana si è trasformata in architettura medievale conventuale. Le acque termali molto probabilmente raggiungevano l’antico acquedotto romano del torrente Selano. Questi acquedotti furono realizzati per la città di Marcina oppure l’acqua potrebbe essere stata utilizzata nel passaggio per il “ponte del diavolo”, recentemente crollato a Molina.

 A S. Cesareo comunque doveva esserci una villa romana di dimensioni importanti, stante l’ampiezza del settore termale, risalente almeno al IV sec. a.C. Fu poi fu riedificata sul precedente insediamento. Successivamente sulle cisterne fu costruita la chiesa di Santa Maria della Peschiera, di fronte alla chiesa di San Cesareo. Ricordiamo infatti che il nome “peschera” aveva il significato di cisterna. Una dimostrazione che sulla struttura della villa stessa fu costruita la chiesa, è data anche da un pavimento in bianco e nero a motivi geometrici che purtroppo fu lasciato a vista, durante i lavori dei di restauro dei dipinti settecenteschi del 1989 nella chiesa.

tratto da Apollo Bollettino dei Musei Provinciali di Salerno

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