Ritrovamenti archeologici nel Castello di Cava de Tirreni: un'introduzione alla storia

Pubblicato in Cava Ieri Etichettato sotto Scritto da Matteo

Un estratto da "Schola Salernitana - Annali XVI (2011)" che descrive lo scavo del bastione est del Castello di S. Adiutore di Cava de Tirreni (XI-XVI secolo) a cura degli autori, Gianluca Santangelo e Alfredo Maria Santoro, riporta i risultati delle indagini archeologiche svolte nell'ambito dei lavori di recupero del castello di Cava.

Questo scavo è stato condotto come parte dei lavori di recupero del castello e ha fornito importanti informazioni sulle varie fasi dei lavori, le scoperte significative e il contesto storico del sito medievale. Durante lo scavo del bastione quattro-cinquecentesco, sono state osservate caratteristiche tipiche dell'epoca proto-moderna, come un doppio ordine di bocche da fuoco che formavano un sbarramento attraverso il tiro incrociato. Nella parte inferiore del bastione sono state trovate sette aperture, mentre nella fascia superiore si aprono sei bocche da fuoco. Durante lo scavo, sono stati rinvenuti anche strati di bruciato, il che suggerisce un'azione di combustione forse collegata alla riorganizzazione della zona posteriore dei muri del torrione.

I reperti trovati durante lo scavo testimoniano la presenza umana nel sito dal medioevo all'età contemporanea, con materiali che vanno dal XIII al XIX secolo, inclusi reperti ceramici, monete e manufatti in vetro.

Una delle scoperte più significative è stata una rara moneta amalfitana, risalente all'XI secolo e attribuita a Manso vicedux, della zecca di Amalfi. Le evidenze archeologiche che possono aiutare a comprendere l'uscita dalla circolazione del follaro recuperato durante lo scavo includono il ritrovamento di una moneta di XI secolo, attribuibile a Manso vicedux, della zecca di Amalfi. Questo ritrovamento è significativo perché la moneta non è contemporanea all'impianto difensivo del castello, suggerendo l'esistenza di fabbriche precedenti a quelle attualmente visibili.

Le ipotesi sulla datazione e sull'autorità emittente della moneta amalfitana sono molteplici e oggetto di dibattito tra gli studiosi. Alcune teorie suggeriscono che la moneta potrebbe essere stata emessa durante il periodo di dominazione salernitana dei principi Guamario IV e Gisulfo II. Altri studiosi propongono una cronologia diversa, che colloca l'emissione della moneta durante la prima epoca normanna, tra il 1076 e il 1085.

Durante il periodo di emissione delle monete a nome di Mansone vicedux, si evidenziano relazioni economiche e di competizione significative tra le città di Salerno e Amalfi. Le emissioni di monete a nome di Mansone continuano fino a essere assorbite dal fenomeno delle ribattiture della fine dell'XI secolo. Questo contesto storico indica certamente una complessa dinamica economica e politica tra le due città durante il periodo di emissione delle monete a nome di Mansone vicedux.

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