Il lavoro e la poesia: le due allegorie di Chiaramonte

Pubblicato in Cava Ieri Etichettato sotto Scritto da Matteo

Oggi parliamo delle due statue del Novecento dello scultore Gaetano Chiaramonte, create nel 1948 e situate nel Salone d'onore del Municipio di Cava de' Tirreni (SA).

Gaetano Chiaramonte è stato uno scultore noto per la sua versatilità nel plasmare le materie più varie dal marmo alla terracotta, al gesso e soprattutto il bronzo.

Nato a Salerno, studiò all’ Accademia Napoletana di Belle Arti e nel 1906 espose le sue opere alla Fiera Mondiale di Parigi. Chiaramonte ha realizzato diverse opere pubbliche di grande impegno, tra cui il Monumento ai caduti per l'indipendenza del Venezuela e una statua di Cristoforo Colombo in bronzo. Nel 1903 gli fu affidato l'incarico di realizzare la statua della Madonna del Rosario per il coronamento del Santuario di Pompei. Nel 1911, ha realizzato opere in bronzo di grandi dimensioni e delle sfingi, destinate al coronamento della facciata della nuova università di Panama. Nel 1923, ha completato il Monumento ai Caduti a Salerno, inaugurato dal Re Vittorio Emanuele III, che gli ha conferito l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia. Nel 1926, divenne professore alla Real Accademia di Belle Arti di Napoli. Alcune delle sue opere sono conservate nel museo dell'accademia delle arti di Napoli.

L'artista ha lasciato alcune opere anche nel nostro Comune e a Palazzo di Città abbiamo due sue statue.

Una prima statua rappresenta una figura maschile, una figura virile con un perizoma e una cintura stretta, le braccia conserte su un badile mentre tiene accanto a sé una zolla di terra. La testa è girata verso destra con lo sguardo rivolto in una direzione non specificata. La scultura, caratterizzata da linee chiare e volumi realistici del corpo, denota un classicismo accademico. Questa statua rappresenta il lavoro della terra o più genericamente il lavoro. La figura virile con il badile si inserisce nell'ambito della scultura celebrativa, con un nudo atletico e un'impostazione classica che richiamano la retorica fascista.

La statua "Allegoria della Poesia" rappresenta invece una figura femminile imponente, con torso scoperto e una tunica che le scende sulle braccia. Con una mano tiene un libro dalle pagine lacerate e con l'altra apre le pagine del libro stesso. La testa leggermente inclinata è caratterizzata da un profilo classico e una capigliatura annodata.

Le due sculture, che sono state realizzate con la scagliola dall'artista salernitano nel 1948, furono commissionate contemporaneamente alle tele di Clemente Tafuri presenti nello stesso luogo, creando così un insieme di simboli e rappresentazioni carichi di significati, che legano la storia passata di Cava con quella dell'Italia contemporanea, evidenziando i valori centrali della cultura e del lavoro, significativi nella nuova costituzione. Le statue, con il loro nudo atletico e la forte carica simbolica, appartengono alla tradizione della scultura celebrativa che ebbe grande sviluppo nella retorica fascista.

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