La storia del rapporto tra San Pio da Pietralcina e Cava de’ Tirreni è una testimonianza affascinante di come la fede e l’eccellenza artigianale della nostra città possono intrecciarsi in modi del tutto straordinari. Un legame che va oltre la semplice devozione religiosa, radicandosi profondamente nei valori e nella tradizione imprenditoriale cavese.
La vicenda più significativa di questo rapporto è quella dell’orologio a cipolla che accompagnò il Santo di Pietralcina per anni. Questo segnatempo straordinario non era un oggetto qualunque: nasceva nei laboratori cavesi sotto i portici di Cava de’ Tirreni, frutto del genio e della dedizione di Oscar Barba, maestro orologiaio della nostra città.
Oscar Barba, classe 1905, era un artigiano eccellente che aveva costruito la sua reputazione sulla precisione e sulla qualità. La sua bottega, ubicata al civico 189, era il luogo dove il nonno assemblava i preziosi segnatempo nel laboratorio, mentre la nonna li vendeva in negozio. Gli orologi Britscar di Oscar erano celebri per l’affidabilità e la precisione dei loro calibri svizzeri: erano talmente rinomati che rifornivano persino le Ferrovie dello Stato. Aveva anche modelli specializzati per non vedenti, orologi a cucù, a pendolo, a parete con brillanti. Ogni orologio era costruito a mano, con cura artigianale, rappresentando il meglio della maestria cavese.
Come Padre Pio conobbe l’orologio cavese
Era la fine degli anni Quaranta del Novecento quando il segnatempo ideato da Oscar incontrò il Santo di Pietralcina. Oscar aveva anche un negozio a Napoli e manteneva contatti commerciali in tutta la Puglia, dove partecipava regolarmente alla Fiera del Levante. Fu proprio attraverso uno dei rivenditori della ditta a Foggia che l’orologio cavese raggiunse il frate di San Giovanni Rotondo.
Padre Pio, noto per rifiutare i doni di lusso e per la sua austerità, accolse questo orologio con particolare benevolenza. L’orologio a cipolla con calibro svizzero, il suo design semplice ma elegante, il quadrante con numeri romani, lo colpirono per la sua praticità e autenticità. Diventò il suo compagno inseparabile, il segnatempo fedele che Padre Pio teneva sempre nel taschino, scandendo i ritmi delle sue giornate dedicate alla preghiera e al servizio pastorale.
Si narra che lo avesse addirittura con sé negli ultimi giorni della sua vita, testimonianza dell’affetto che il Santo nutriva verso questo oggetto di fattura cavese.
La leggenda dell’orologio rifiutato
Un episodio ancora più affascinante riguarda il momento in cui una signora, Giovanna Rizzani Boschi, regalò a Padre Pio un elegante orologio d’oro appartenente a suo zio. Il Santo, fedele al suo principio di rifiutare i doni di lusso, lo accettò ma prese subito una decisione: lo regalò alla Casa Sollievo della Sofferenza. Il motivo era semplice ma profondamente significativo: non voleva separarsi dalla sua vecchia cipolla cavese, il suo segnatempo preferito.
In questo gesto si racchiude tutta la saggezza di Padre Pio: il valore non risiede nel lusso materiale, ma nella qualità dell’opera artigianale, nella dedizione di chi l’ha realizzata e nei ricordi affettivi che un oggetto custodisce.
Una scoperta affascinante
Oscar Barba, purtroppo, non venne mai a sapere di questa straordinaria storia. Morì il 23 novembre 1980, lo stesso giorno del terremoto dell’Irpinia, mentre era ricoverato in ospedale. La sua famiglia scoprì per caso del legame tra l’orologio del nonno e Padre Pio diversi anni dopo, leggendo il racconto sulla rivista “La voce di Padre Pio”, il periodico che diffonde la vita e l’insegnamento del Santo nel mondo. Un collezionista d’orologi consegnò loro una copia di quel prezioso segnatempo, riportando in vita una storia che era rimasta sconosciuta per anni.
Una eredità di fede e artigianalità
Oggi, questa vicenda rappresenta molto più di una semplice aneddoto religioso. È la testimonianza di come Cava de’ Tirreni, città con una lunga tradizione di eccellenza artigianale, abbia contribuito a rendere ancora più umana la figura di un Santo. Proprio attraverso un oggetto tangibile, concretamente costruito da mani sapienti, Padre Pio incarnava i valori del lavoro onesto e dell’autenticità.
Il legame tra il Santo e la nostra città non si esaurisce nella storia dell’orologio. Negli anni, Cava de’ Tirreni ha mantenuto viva la devozione verso San Pio: la comunità cattolica locale lo venera come protettore del volontariato della Protezione Civile, e molti cavesi continuano a guardare al Santo di Pietralcina come modello di spiritualità autentica e impegno nel servizio agli altri.
Un filo rosso che unisce generazioni
La storia dell’orologio cavese di Padre Pio rimane un insegnamento per le generazioni presenti. Ci ricorda che la grandezza non sempre risiede nelle cose più evidenti, che il valore vero di un’opera risiede nella dedizione di chi la crea, e che la fede si manifesta anche attraverso i gesti più semplici e quotidiani. Per chi visita Cava de’ Tirreni, questa narrazione arricchisce ulteriormente la comprensione della nostra città: non è solo la patria dei portici, della Badia storica e delle tradizioni folkloristiche, ma è anche il luogo dove l’artigianalità eccellente ha incontrato la santitàdella Chiesa cattolica moderna.
ASCOLTA IL PODCAST DELL’ARTICOLO: