I ritrovamenti archeologici descritti dal can. Carraturo

3 Mar,2025 | L'Archeologia

Il can. Andrea Carraturo , nel suo Ricerche storico-topografiche della città e territortio della Cava, nel Tomo 1 sostiene che nel territorio di Vetranto, fu rinvenuta un’urna cineraria che offre una preziosa testimonianza sulla presenza della civiltà romana nella zona. Questo ritrovamento suggerisce che tali luoghi fossero abitati già nel I secolo d.C. e forse anche in epoche più antiche, contemporaneamente all’esistenza di Marcina. L’urna, che era adattata per uso di “lavamane” e che si conservava nella chiesa parrocchiale di S.Maria di Vetranto, riportava il nome della famiglia Visellia, che, come attestano i fasti consolari, ebbe esponenti di rilievo nel XXIV anno dell’era volgare (24 d.C.), tra cui il console Visellio Varrone.

Il riferimento a Lucio Visellio Felice, probabilmente un liberto della famiglia, suggerisce che questi potesse essere un vignaiolo o un coltivatore delle terre appartenenti ai suoi padroni. Questo dettaglio costituisce un’ulteriore conferma della presenza stabile di una comunità organizzata in quel periodo.

Oltre all’urna, sono state rinvenute diverse monete dell’epoca repubblicana e dell’alto Impero, a dimostrazione della continuità di insediamenti nel territorio. Particolarmente significativo è stato il ritrovamento di un vaso fittile destinato a sacrifici, scoperto sotto Priato, che rafforza l’ipotesi di un’antica tradizione rituale nella regione.

Negli anni passati, (cfr. seconda meta del 1700, numerosi reperti sono stati portati alla luce in diverse località vicine, come il Pasetto a Passiano e le Starze, fino ai piani dell’Epitaffio. Sepolcri costruiti in tufo o laterizio hanno restituito ossa umane, lucerne e monete, indicando la presenza di necropoli strutturate.

Un caso straordinario si verificò nel 1726, quando fu scoperto, sopra Priato (Pregiato), un grande sepolcro contenente dodici cadaveri di dimensioni eccezionali, deposti in dodici nicchie orbicolari. Al centro di questa struttura vi era un vaso lacrimatorio, accompagnato da lucerne di terracotta e un’olla contenente una moneta e un chiodo, forse uno smoccolatoio per le lucerne.Questo ritrovamento conferma come la zona di Vetranto sia stata abitata sin dai primi secoli dell’era cristiana, con evidenze che suggeriscono un progressivo passaggio dal paganesimo al cristianesimo. Le numerose scoperte archeologiche, tra vasi, monete e monumenti, contribuiscono a delineare il quadro storico di un territorio che ha visto la presenza di popolazioni antichissime, testimoniando la sua rilevanza nel contesto storico e culturale dell’epoca romana.

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