Nella sua opera “Storia della Cava distinta in tre epoche”, lo storico Alfonso Adinolfi documenta un significativo ritrovamento archeologico avvenuto nel 1643. Durante alcuni scavi nella zona marina di Vietri sul Mare, proprio di fronte alla Chiesa di Sant’Antonio di Padova, emerse “un gran colosso di marmo”. Gli esperti dell’epoca (“gl’intendenti”) identificarono il reperto come un simulacro del “falso Dio Priapo ossia degli orti”.
I documenti storici forniscono una descrizione dettagliata di questa statua “gigantesca di marmo antico e di preziosa scultura”. Il manufatto si presentava privo della testa e dei genitali, oltre che dell’arco d’amore. Nel piedistallo marmoreo erano visibili “moltissime bocche di donnesche matrici”, probabilmente riferimenti simbolici alla fertilità, coerenti con la figura di Priapo, divinità associata alla fecondità.
Una fonte alternativa, citata come “Anonimo”, offre una descrizione leggermente diversa, parlando di “un integro colosso di bianco marmo, senza però la testa” e con “genitali posticci con un martello di ferro in mano”.
Le fonti storiche evidenziano anche un dibattito sulla funzione religiosa dell’antica Marcina, ipotizzando l’esistenza di un tempio dedicato a Giunone Argiva. Ci si interroga se la statua rinvenuta potesse essere uno dei quattro simulacri che decoravano tale tempio. Queste testimonianze rafforzano l’ipotesi di un insediamento romano significativo nell’area di Vietri/Cava de’ Tirreni, caratterizzato dalla presenza di culti legati alla fertilità.
Il ritrovamento del 1643 rappresenta quindi un evento archeologico di notevole importanza, che collega direttamente l’attuale territorio di Vietri sul Mare al suo passato romano. Vale la pena notare come il fenomeno di edifici cristiani costruiti su precedenti luoghi di culto pagani fosse una pratica comune, interpretabile come una forma di appropriazione simbolica dello spazio sacro.
La presenza di una statua dedicata a Priapo in quest’area suggerisce l’importanza che l’agricoltura rivestiva nella zona durante l’epoca romana, l’esistenza di culti locali dedicati alla fertilità e possibili collegamenti con attività commerciali marittime che caratterizzavano questa regione costiera.
Non si è a conoscenza cosa pero’ accadde dopo la scoperta…