Il passaggio di San Francesco di Paola a Cava

16 Set,2024 | La Religiosità

San Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi e venerato per la sua umiltà e il dono della taumaturgia, lasciò un segno indelebile anche a Cava, che lo accolse con devozione e che conserva ancora oggi il ricordo del suo passaggio.
La sua presenza in città è strettamente legata alla fondazione della Chiesa della Madonna dell’Olmo e a vari miracoli che egli compì prima di proseguire il suo cammino verso Napoli.

La “charitas” e le guarigioni miracolose del Santo ( ad esempio il celebre miracolo dell’attraversamento dello stretto di Messina sul mantello) erano noti non solo in Italia ma anche in tutta Europa e molti potenti lo invitavano a recarsi presso di loro per operare miracoli. Fu proprio su invito del papa Sisto IV di recarsi in Francia dal Re Luigi XI ammalatosi che il Santo si trovo’ a sostare a Cava e gli fu richiesto di porre la prima pietra di una chiesa per la quale profetizzò che in futuro sarebbe nato un monastero del suo ordine. Infatti nel 1581 la Chiesa venne a lui dedicata con la cura dei Padri Minimi, detti anche Paolotti, appartenenti all’Ordine da lui fondato, in cui veniva osservata una povertà assoluta. Con le leggi di soppressione, nel 1869 subentrarono i Padri Filippini che tuttora gestiscono la Basilica.

Ma vediamo il suo passaggio a Cava. Nel 1482 San Francesco di Paola attraversò la città metelliana per un breve periodo. La sua fama di uomo santo, ascetico e miracoloso lo precedeva, e la popolazione locale, insieme ai monaci benedettini dell’Abbazia della Santissima Trinità, lo accolsero con grande rispetto e riverenza.

Durante la sua permanenza, la devozione popolare verso San Francesco crebbe ulteriormente grazie ai numerosi segni della sua santità, che si manifestarono in miracoli e gesti di carità. Tuttavia, l’evento più significativo e ricordato della sua visita fu la fondazione della Chiesa della Madonna dell’Olmo.

Infatti , dopo essere partito da Paola il 2 febbraio, con l’asinello Martiniello e con due compagni sacerdoti, fu accolto a Salerno dove fu ricevuto alle porte della città dall’ambasciatore del Re Ferdinando I e da altri notabili salernitani, rimanendo ospite della famiglia Capogrosso.
All’indomani San Francesco con i suoi compagni si avviò verso la città di Cava dove trovò la Confraternita del Nome di Gesù che stava costruendo la nuova chiesa per la Madonna dell’Olmo: qui fu invitato a porre la prima pietra della costruzione. Questo atto, avvenuto con grande solennità, segnò non solo l’inizio della costruzione di un edificio sacro, ma anche la nascita di un legame spirituale profondo tra il Santo e la comunità di Cava de’ Tirreni. La chiesa divenne presto un centro di devozione mariana, con la Madonna dell’Olmo venerata come protettrice della città, e rimane un punto di riferimento per i pellegrini che visitano la città. Il santo, come era avvenuto altre volte, inoltre previse che quella chiesa sarebbe diventata monastero del suo ordine e difatti nel 1561 si avverò la profezia.

San Francesco fu poi ricevuto da Camillo capo della famiglia de Curte ( che nel 1675 divenne De Curtis). Benedisse questa famiglia e ne predisse l’illustre discendenza. Guarì inoltre la moglie dello stesso Camillo che era gravemente ammalata, mandandole un pomo da lui benedetto e guarì anche molte persone della città solo con il segno della croce. Sul portale della casa dove fu ospitato è ancora presente una bella edicola votiva. Questa edicola non è la sola che si trova in città: molte chiese cavesi presentano l’immagine del Santo o la scritta “Charitas”.
Il Santo viene rappresentato anche nelle tele del ‘600 che si trovano sul soffitto della chiesa della Madonna dell’Olmo che illustrano episodi della sua avventurosa vita. La piu’ grande, centrale, rappresenta S.Francesco che sorvola la città : è un dipinto di Michele Ragolia, pittore palermitano, attivo a Napoli e nelle sue Province, che riuscì a coniugare gli ultimi riflussi manieristici (dovuti al suo apprendistato alla bottega di Belisario Corinzio) con le istanze classiciste. Il dipinto è anche una delle prime vedute della città: il Santo ha in mano un foglio in cui si legge: “Cava noli timere, protector tuus sum” datato 1683. Nello stesso anno fu dichiarato protettore della Città.

La presenza di San Francesco di Paola a Cava de’ Tirreni è ricordata per diversi altri miracoli che egli compì durante il suo soggiorno. Uno degli episodi più noti riguarda la guarigione miracolosa di un giovane gravemente ammalato. Si racconta che il santo, con un semplice segno di croce e una preghiera, riuscì a restituire la salute al ragazzo, che si trovava in condizioni disperate. Questo miracolo consolidò ulteriormente la reputazione di San Francesco come taumaturgo e la sua fama di ntercessore presso Dio per i malati e i bisognosi. La popolazione di Cava de’ Tirreni vide in lui non solo un uomo di fede, ma un vero e proprio strumento della grazia divina.

Un altro evento prodigioso legato al suo passaggio riguarda la moltiplicazione dei pani per sfamare i poveri del luogo. In un momento di grande difficoltà economica, San Francesco, con un gesto di compassione e fiducia nella Provvidenza, riuscì a far sì che il cibo, inizialmente scarso, bastasse per tutti i presenti. Questo episodio riflette il cuore misericordioso del santo e il suo impegno a favore dei più deboli.

Dopo aver lasciato la sua impronta spirituale a Cava de’ Tirreni, San Francesco di Paola proseguì il suo viaggio verso Napoli, dove avrebbe continuato la sua missione di evangelizzazione e assistenza ai bisognosi. La città di Cava, tuttavia, non dimenticò mai il suo passaggio, e la devozione verso di lui continuò a crescere nei secoli.

Oggi, la sua eredità spirituale vive non solo attraverso le storie tramandate, ma anche nei luoghi sacri che testimoniano il suo passaggio (la chiesa della Madonna dell’Olmo , casa De Curtis e numerose edicole votive) e nella fede della comunità locale.

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