Il tesoro bizantino della Badia

9 Apr,2025 | Le Curiosità

All’interno del museo dell’Abbazia Benedettina della Santissima Trinità è conservato un oggetto unico e affascinante: la cassetta a rosette, straordinario manufatto bizantino del X secolo che ancora oggi continua a suscitare meraviglia e interrogativi.

Realizzata con una struttura lignea rivestita da lastre in osso e avorio, la cassetta misura circa 16x24x16 cm. A differenza di molte altre cassette “a rosette”, essa presenta ben tre placche istoriate in avorio, materiale raro e pregiato, che rivelano la raffinatezza dell’artigianato costantinopolitano. Le cornici laterali sono ornate da rosette a otto petali alternate a teste umane di profilo, mentre le estremità sono decorate con motivi classici come astragali e perline.

Un lato lungo della cassetta è andato perduto ed è stato in epoca imprecisata sostituito da una lamina lignea con tracce di ceralacca, segno che l’oggetto è stato successivamente riadattato come contenitore di reliquie.

Un racconto scolpito

La decorazione della cassetta non è casuale: essa narra una storia ben precisa. Al centro della scena frontale si trova un giovane guerriero dai lunghi capelli, armato di lancia e spada. Ai suoi lati, altri due guerrieri: uno accompagna un leone in posizione d’attacco, l’altro brandisce minacciosamente una spada.

Sul coperchio, due placche d’avorio mostrano una coppia in atteggiamento affettuoso (forse Olimpia e il mago egiziano Nectanebo, secondo la leggenda sulla nascita di Alessandro Magno), e una figura seduta che agita un liquido in un bacile, interpretata come una sibilla dell’oracolo di Siwa. Al centro tra queste due scene, una placchetta con due profili: Zeus Ammone e Alessandro Magno con le tipiche corna d’ariete, chiaro riferimento ai conii monetali ellenistici.

Il mito di Alessandro Magno

L’intera iconografia sembra ruotare intorno alla figura di Alessandro Magno, e non è un caso. L’epoca di produzione della cassetta, la cosiddetta “rinascenza macedone”, vide un forte ritorno di interesse per i modelli classici. Alessandro era considerato un archetipo di eroe e sovrano perfetto, coraggioso, saggio e favorito dagli dei. La sua nascita miracolosa da Olimpia e Zeus Ammone, il riconoscimento del suo destino all’oracolo di Siwa, le sue gesta militari: tutto ciò è evocato nelle scene scolpite, dando alla cassetta il carattere di un messaggio augurale, forse destinato a un giovane aristocratico o a un ufficiale imperiale.

Un viaggio da Bisanzio a Cava

Non è noto con certezza come la cassetta sia giunta fino alla Badia di Cava. Alcuni studiosi ipotizzano un arrivo già in epoca altomedievale, forse in occasione di missioni diplomatiche tra Napoli e Costantinopoli. Altri suggeriscono un’acquisizione più tarda, dopo la consacrazione della chiesa nel 1092.

Quel che è certo è che oggi, questa piccola ma preziosa cassa ci offre uno spettacolare esempio di arte bizantina, e un raro scorcio sulla fusione di mito, potere e spiritualità nel Medioevo.

tratto da Francesca Dell’Acqua, A. P., Medieval, H. of and Art, B. “Il mito dell’eroe classico, la ‘rinascenza’ macedone e la cassetta a rosette di Cava. In Riforma della Chiesa, esperienze monastiche e poteri locali…, Millennio Medievale 99, Firenze, SISMEL, 2014.

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