La chiesa di Santa Maria della Purificazione di Vetranto rappresenta uno dei tesori storici più preziosi di Cava de’ Tirreni. Questo antico edificio sacro, la più antica chiesa della nostra città, ha attraversato secoli di storia, subendo danneggiamenti e rinascite che ne raccontano la straordinaria resilienza.
La chiesa fu duramente colpita dai bombardamenti nel settembre del 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale. I danni furono ulteriormente aggravati dal terremoto del 1980 che scosse l’Irpinia e molte zone della Campania. Ma forse il nemico più insidioso fu l’abbandono: per anni la struttura rimase incustodita, esposta a continui furti che la privarono di molti dei suoi tesori artistici.
Dopo un lungo periodo di chiusura, la chiesa ha finalmente riaperto i battenti grazie a un’attenta opera di restauro guidata dall’architetto Pio Silvestro, che ha riportato l’edificio al suo antico splendore.
Tra i reperti più significativi salvati dalla distruzione spicca la lapide sepolcrale dell’abate Pascasio, risalente al VI secolo. Questo reperto, restaurato con il contributo dell’A.A.S.T. di Cava de’ Tirreni, è oggi conservato nel Palazzo Vescovile.
La lastra tombale riferisce che l’abate Pascasio morì nell’anno 554. Era un anacoreta che visse in meditazione e preghiera tra i monti di questa zona, dedicandosi all’assistenza di malati e pellegrini. Questo importante documento storico testimonia la presenza monastica nella zona nel V-VI secolo, elemento fondamentale per la comprensione della storia religiosa del territorio.
Come ricorda Mons. Ferdinando Palatucci, Pascasio giunse forse da lontano per portare “il seme del monachesimo operoso e contemplativo secoli prima che, nella Valle, per il genio e la santità di Alferio, spuntasse e crescesse, albero rigoglioso, la Badia”.
Il restauro ha riportato all’antico splendore la bella architettura della chiesa, caratterizzata da tre navate. L’interno, rifatto in epoca barocca, fu arricchito di decorazioni nel corso del XVIII secolo, come testimonia la scritta sull’arcata centrale. Stucchi e affreschi ancora esistenti narrano il passato splendore dell’edificio.
Particolarmente interessante è la cupola che poggia su un tamburo cilindrico con aperture rettangolari orlate di piperno, mentre la facciata, nella semplicità delle sue linee, accoglie un pannello in ceramica di fattura moderna raffigurante la Vergine col Bambino.
Degno di nota è anche il fregio in tufo grigio che sormonta la prima arcata della navata sinistra, con un ricco campionario di elementi floreali scolpiti a bassorilievo. È probabile che questa decorazione in tufo grigio, databile al ‘500, continuasse originariamente lungo tutta la navata, ma i successivi interventi e i danni subiti nel tempo rendono difficile ogni definizione precisa.
Nel corso dei secoli, la chiesa custodiva numerosi tesori artistici. La nicchia a sinistra sull’ampio presbiterio conteneva la statua del benefattore Troiano Civitella, oggi conservata nell’atrio del Palazzo Vescovile insieme alla bella statua della Madonna della Purificazione, pregevole scultura del ‘500.
Grazie al quaderno “Historia” di Attilio Della Porta (1983), dedicato alla chiesa di Vetranto, sappiamo che sull’altare maggiore si trovava un trono in legno dipinto di fattura cinquecentesca e che nella nicchia vi era la bella statua in marmo raffigurante S. Maria della Purificazione.
Sono inoltre sopravvissuti alle devastazioni e ai furti la statua della Madonna Addolorata e il Crocifisso ligneo del ‘600, oggi conservati nella chiesetta di S. Giovanni e S. Giacomo situata nel Largo Franco Palmentieri a Castagneto.
Attilio Della Porta afferma che “negli anni sessanta durante lavori di restauro al di sotto dell’attuale tempio fu scoperta l’antica chiesa paleo-cristiana, affogata nei calcinacci e terriccio”, aggiungendo un ulteriore elemento di interesse storico-archeologico a questo monumento.
Ai primi del ‘700 sorse a Vetranto una Confraternita intitolata al SS. Nome di Maria e ai Santi Bernardo abate e Filippo Neri, a testimonianza della vitalità religiosa che ha sempre caratterizzato questo luogo.
Entrare oggi nella rinata chiesa di Vetranto, la più antica chiesa della nostra città, è motivo di grande commozione. Lo spazio ampio che si respira, le tre navate che guidano verso l’abside, le decorazioni sopravvissute ai secoli raccontano una storia di fede, arte e resilienza che continua a vivere nel cuore di Cava de’ Tirreni.