Nel cuore del centro storico di Cava de’ Tirreni, percorrendo Corso Umberto I – il celebre “borgo porticato” oggi noto come “borgo grande” – si nasconde un angolo di storia che merita di essere riscoperto. All’incrocio con Via Osvaldo Galione, storicamente conosciuta come “‘u vicolo de chianche” (il vicolo delle macellerie), si erge una testimonianza silenziosa del passato della città.
Alzando lo sguardo, si può scorgere una lastra marmorea ormai sbiadita dal tempo, quasi illeggibile, che porta incise queste parole in latino:
“VIAM HANC IN PROPRIO SOLO ATQUE AERE SUO, AB OMNI SERVITUTE ET A NOVI OPERIS CENSO LIBERAM RETENTO IURE UT LIBUERIT CLAUDENDI QUINQUEVIRIS ATQUE AEDILI ADSENTIENTIBUS, SANCTIMONIALES MONAST: D. IO. BAPTAE UT AEDES SACRAS A PROFANIS ARCERENT APERIRI ET STERNI CURAVERUNT ID PUBLICIS TABULIS CAUTUM A.P.R.M. AN. DOM. MDCCLXI”
La traduzione rivela un interessante spaccato della storia locale:
“Questa strada, su proprio suolo e con proprio denaro, libera da ogni servitù e da censo di nuova opera, conservato il diritto di chiuderla a piacimento, con il consenso della giunta comunale e dell’assessore edile, le suore di clausura del ‘monastero di San Giovanni Battista’, per tenere lontana dai profani la sacra casa, curarono di aprire e spianare: il che fu cautelato in pubblici atti. A perenne ricordo dell’evento. Anno domini 1761.”
Il soprannome “‘u vicolo de chianche” ha origini pratiche e storiche. Questa strada era infatti nota per ospitare il maggior numero di macellerie della zona (in dialetto “chianche”). La posizione strategica, con accessi sia da Via Antonio Nigro che da Corso Umberto I, la rendeva perfetta per le famiglie benestanti cavesi che qui si recavano per acquistare carne di vitell
L’iscrizione marmorea, commissionata dalle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret nel 1761, rappresenta più di una semplice testimonianza storica: è la memoria viva di come la città si sia sviluppata intorno ai suoi luoghi sacri e alle sue attività commerciali.
Oggi, mentre l’iscrizione rischia di svanire sotto l’azione corrosiva del tempo, emerge l’urgenza di preservare questo importante tassello della storia cavese. La conservazione di questi dettagli storici non è solo un dovere verso il passato, ma un investimento per mantenere viva l’identità culturale della città.
