Ogni cavese lo conosce… è lo “struscio”, quel girovagare con gli amici (quando si è liberi dal lavoro) o i familiari (per lo shopping) sotto gli antichi portici medievali, tra l’inizio del vicolo di Via Andrea Sorrentino e Piazza San Francesco.
Lo “struscio” è ben descritto dall’archeologo e pompeianista Matteo Della Corte, che nel libro “Gli antichi maestri del Ginnasio Comunale di Cava” scritto nel 1933, cosi’ riportava:
Portici spaziosi ed ampi della mia bella Cava! (…) avrebbero dovuto col tempo cedere terreno all’ invidiabile, caratteristico,confortevole passeggio coperto, bello e preparato dalla…ignara sapienza degli avi…ai progrediti bisogni dei contenti nipoti! Non è che già cinquant’anni fa non si passeggiasse…Tutt’altro! Lo sciame di vispe, agili, gioiose e fresche ragazzette, spesso a braccetto, in catena, chiacchierine, scoppiettanti, incrocianti con balde schiere di giovanotti del pari spensierati, pieni di vita e fascinosi,,,, è stato ed è sempre, per certe ore vespertine e serotine di Cava, l’inno migliore che canti alla Natura la erompente gioventu’ in fiore, mossa dai cento villaggi a mescolarsi e confondersi con quella del Borgo in un dilettoso turbinare, variopinto e mutevole… si passeggiava allora la sera e si passeggia anche ora.