Palazzo Palumbo

17 Mag,2025 | Il Borgo

Nel cuore del Borgo di Cava de’ Tirreni si erge Palazzo Palumbo, testimone di oltre cinque secoli di storia cittadina e simbolo dell’ascesa di una delle famiglie più influenti del territorio.

Le origini

La famiglia Palumbo giunse a Cava da San Giovanni a Piro nei primi anni del Cinquecento, stabilendosi a Passiano dove ottenne terre dall’Abbazia della Santissima Trinità. Inizialmente maestri tessitori delle rinomate tele “della Cava”, i Palumbo si dedicarono poi al commercio di drappi di seta, broccati e tessuti pregiati.

La loro presenza nella comunità era già significativa, come dimostra il patronato della cappella di Santa Maria del Carmine nella chiesa di Passiano, ancora oggi conservata.

L’ascesa e il palazzo

La svolta avvenne negli anni Venti del Settecento quando Carmine Palumbo, “publicus mercator”, trasferì la famiglia al Borgo. Nel 1752, i documenti descrivono già la proprietà di Domenico Palumbo, “che vive nobilmente”, come una casa palaziata con giardino e botteghe.

Nel 1776, Carmine Palumbo fece demolire le vecchie abitazioni per costruire l’attuale palazzo con un progetto unitario, creando un imponente androne nobile e decorando la struttura con affreschi dello stemma familiare. Al primo piano, nell’appartamento nobile, si conserva ancora la cappella di famiglia con il suo altare settecentesco in marmi .E’ ancora esistente la bolla pergamenata con tanto di sigillo di Papa Clemente XIII datata 1763 che concedeva al canonico Nicola Palumbo, della Cattedrale di Cava, di poter celebrare la messa nella suddetta cappella di famiglia.

Il sigillo della bolla papale
Evoluzione familiare

Abbandonato il commercio, i Palumbo si dedicarono all’amministrazione del patrimonio e alle professioni giuridiche. Francesco e Filippo Palumbo divennero avvocati presso il Tribunale della Vicaria a Napoli, mentre Monsignor Nicola fu canonico della Cattedrale di Cava.

La famiglia strinse alleanze con le principali casate del patriziato cavese, tra cui Genovese, Consiglio, Atenolfi (marchesi di Castelnuovo) e molte altre, consolidando il proprio status sociale.

Il palazzo nell’Ottocento e nel Novecento

Un inventario del 1867 descrive il palazzo come una grande dimora “con molti membri superiori ed inferiori, tre magazzini sulla pubblica piazza e un terreno seminatorio”. La proprietà si estendeva fino all’area dove oggi si trovano corso Principe Amedeo e la Casa di cura Villa Alba.

Nel Novecento si distinsero l’avvocato Amedeo Palumbo, consigliere comunale e provinciale; sua sorella Olga, “madame Palumbo”, docente di francese e tra le prime donne di Cava a laurearsi all’Università L’Orientale; e Gino Palumbo (1921-1987), rinomato giornalista sportivo, direttore de Il Corriere d’informazione e de La Gazzetta dello Sport.

Oggi Palazzo Palumbo rimane uno dei più significativi edifici storici di Cava de’ Tirreni, testimonianza della ricca storia sociale e culturale della città.


Articolo a cura della redazione di TuttoSuCava.it, basato su ricerche di Salvatore Milano per il Centro Studi per la Storia di Cava de’ Tirreni

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