Storia e leggende del santuario dell’Avvocata

18 Feb,2025 | Le Curiosità

Le origini di questo santuario affondano nel XVII secolo, intrecciando storia e leggenda. La grotta che oggi ospita il santuario era un tempo conosciuta come la “grotta dei pipistrelli” e rimase a lungo abbandonata, temuta per la presenza di animali e per le dicerie che la volevano infestata da spettri.

Si narra che un sacerdote, Don Federico Davide, incaricato di riscuotere la tassa sulla farina, una sera si imbatté in un ciabattino che si offrì di riparargli le scarpe. A lavoro finito, però, l’uomo pretese un compenso esorbitante. Sorpreso e contrariato, il sacerdote esclamò istintivamente: “Gesù e Maria!” e, in un attimo, il ciabattino svanì nel nulla, lasciando dietro di sé inquietanti rumori. Spaventato, Don Federico fuggì a piedi nudi.

Ristabilitosi dallo spavento, decise di collocare nella grotta un’immagine della Madonna, affinché rendesse sacro quel luogo e allontanasse presenze inquietanti. L’icona raffigurava Maria con il Bambino in braccio, affiancata da San Paolo I e Sant’Onofrio in adorazione. Da allora, la grotta divenne nota come Grotta della Madonnella o dell’Avvocatella.

Fu un povero frate francescano, Frate Angelo Maria del Convento di Cava, a realizzare la nicchia dipinta con l’immagine della Madonna Avvocatella. Posizionò davanti a essa una lampada e annunciò con fede che, un giorno, proprio lì sarebbe sorto un santuario, destinato a diventare meta di pellegrinaggi e luogo di grazia per i devoti.

Il 19 maggio 1703 avvenne un miracolo che confermò la sacralità del luogo: un bambino e il suo asino, carico di grano, precipitarono in un dirupo, ma ne uscirono illesi. Questo evento fu interpretato come un segno divino e portò alla riapertura della grotta, che in precedenza era stata chiusa dal Vescovo di Cava. Da quel momento, grazie alla fede e alle offerte dei fedeli, ebbe inizio la costruzione di una cappella

Negli anni più recenti, sotto la guida di Don Gennaro Lo Schiavo, pastore ed esorcista scomparso nel marzo 2021 a causa del Covid, il santuario è diventato un importante centro mariano e meta di pellegrinaggio per moltissimi devoti. In particolare, è noto per i numerosi esorcismi compiuti dai monaci, ai quali i fedeli attribuiscono grazie e liberazioni.

Ogni 13 del mese, pellegrini da tutta la Campania salgono a piedi il Monte Falerzio per rinnovare la loro devozione alla Madonna dell’Avvocata. La scelta del giorno non è casuale: il 13 è legato alle apparizioni della Madonna a Fatima, il cui messaggio si diffonde nel santuario da circa vent’anni. Per questo, il Santuario dell’Avvocatella è conosciuto anche come “la Piccola Fatima”, un luogo di fede e speranza che continua ad attrarre credenti da ogni parte.

La chiesa racchiude una tradizione di esorcismi che presso l’Avvocatella rappresentano un capitolo intrigante della sua storia. Alcuni documenti storici menzionano la pratica di riti di liberazione già nel XVIII secolo. Inoltre la particolare acustica delle grotte veniva considerata “amplificatrice” delle preghiere. Si narra che alcuni sacerdoti abbiano scelto questo luogo per la sua peculiare “energia spirituale“.

Nel corso dei secoli sono stati riportati vari fenomeni misteriosi: luci misteriose che si muovono nelle grotte più profonde, suoni di canti gregoriani in orari in cui il santuario è chiuso, variazioni improvvise di temperatura in punti specifici delle grotte, sensazioni di presenze descritte sia da fedeli che da visitatori scettici.

Esiste una zona meno nota del complesso sotterraneo , una piccola cripta destinata, secondo la tradizione, alle preghiere private. E’ un’ area che si dice fosse utilizzata per conservare oggetti sacri. Esistono inoltre nicchie scavate nella roccia di cui non si conosce l’originale utilizzo.

Un elemento poco noto riguarda la presenza di acqua nelle grotte: esistono sorgenti naturali all’interno del complesso. Quest’acqua è considerata “benedetta” dalla tradizione popolare e si narrano guarigioni attribuite a quest’acqua.

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