Un po’ di storia dell’Abbazia della SS. Trinità

3 Mar,2025 | La Religiosità

L’Abbazia territoriale Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni, conosciuta anche come Badia di Cava, rappresenta uno dei più importanti complessi monastici benedettini del Sud Italia. Fondata nel X secolo da Sant’Alferio Pappacarbone, nobile salernitano di origine longobarda, l’abbazia ha svolto un ruolo cruciale nella storia religiosa, culturale e sociale del Mezzogiorno.

Le origini e la fondazione

Sant’Alferio, dopo essersi formato a Cluny, si ritirò sotto la grande grotta “Arsiccia” per condurre una vita eremitica. Qui, secondo la tradizione, ebbe una visione della Santissima Trinità sotto forma di tre raggi luminosi sorgenti dalla roccia. Questo evento attirò numerosi discepoli, inducendolo a costruire un piccolo monastero, nucleo originario dell’abbazia.

Il periodo di splendore e l’Ordo Cavensis

Nei primi tre secoli, la Badia visse un periodo di straordinaria espansione e spiritualità. I primi quattro abati, Alferio, Leone, Pietro e Costabile, furono proclamati santi, mentre altri otto monaci raggiunsero la beatificazione (Simeone,Falcone,Marino,Benincasa,Pietro II,Balsamo,Leonardo,Leone II). In particolare, San Pietro I, nipote di Alferio, ampliò il monastero e fondò l’Ordo Cavensis, una potente congregazione monastica con centinaia di chiese e monasteri affiliati in tutta l’Italia meridionale. L’abbazia ottenne il sostegno dei principi salernitani e di numerosi papi, tra cui Urbano II, che nel 1092 visitò la Badia e consacrò la basilica.

Il ruolo della Badia nella storia della Chiesa

Grazie a donazioni e privilegi concessi da papi, vescovi e nobili, l’abbazia accumulò una grande influenza spirituale e temporale. Il suo abate esercitava una giurisdizione autonoma direttamente sotto l’autorà papale. La sua fedeltà alla Santa Sede si manifestò anche nel ruolo di custodia di alcuni antipapi.

Nel 1394, papa Bonifacio IX conferì a Cava il titolo di città e la elevò a diocesi autonoma, con il vescovo residente nella Badia, la cui chiesa divenne cattedrale. Tuttavia, nel 1431, l’abate Angelotto Fusco divenne cardinale e mantenne il governo dell’abbazia in commenda, portando alla sua decadenza. Solo l’unione alla Congregazione di San Giustina da Padova, nel XVI secolo, riportò disciplina e splendore.

Rinnovamenti architettonici e culturali

Tra il XVI e il XVIII secolo, la Badia fu soggetta a importanti lavori di rinnovamento. L’abate Giulio De Palma ricostruì la chiesa, il seminario e il noviziato, mentre il monastero mantenne alcuni elementi medievali. L’abbazia conserva un vasto archivio con circa 15.000 pergamene dall’VIII al XIX secolo e una biblioteca ricca di manoscritti e incunaboli.

La sopravvivenza nei Secoli XIX e XX

Nonostante la soppressione napoleonica, la Badia fu salvata dall’abate Carlo Mazzacane, che riuscì a preservarne il patrimonio. Nel 1867, con la legge di soppressione degli ordini religiosi, l’abbazia fu dichiarata “Monumento Nazionale” e affidata ai monaci. Nel 1979, la Santa Sede ristrutturò la sua giurisdizione come abbazia territoriale, mantenendo quattro parrocchie e alcuni santuari.

Il collegio “San Benedetto”

Nel 1867 fu istituito il Collegio “San Benedetto”, che ospitò un liceo classico, poi affiancato da un liceo scientifico e scuole elementari e medie. Nel 1992 la scuola elementare venne chiusa, seguita nel 1994 dalla scuola media e nel 2002 dal collegio. Il liceo classico cessò nel 2003, seguito dal liceo scientifico nel 2005.

Il patrimonio artistico

L’abbazia custodisce un inestimabile patrimonio artistico:

  • La Basilica, costruita nell’XI secolo da San Pietro I e riedificata nel XVIII secolo, conserva l’ambone comatesco del XII secolo e la Cappella dei SS. Padri.
  • Le Cappelle dell’antica basilica, con un paliotto marmoreo dell’XI secolo, sculture di Tino di Camaino e un pavimento in maiolica del XV secolo.
  • Il Chiostro medievale del XIII secolo, con colonnine binate di marmi vari e archi rialzati.
  • La Sala del Capitolo Antico, gotica, con sarcofagi e affreschi di varie epoche.
  • Il Cimitero longobardo, una cripta del XII secolo con colonne del IX-X secolo e la Cappella di San Germano del 1280.
  • Il Capitolo, una sala con schienali lignei del 1540, affreschi seicenteschi, un pavimento in maiolica del 1777 e un soffitto del 1940

L’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni continua a rappresentare un fulcro spirituale e culturale. Nonostante le vicissitudini storiche, la sua eredità monastica, artistica e educativa rimane un punto di riferimento per la comunità locale e per gli studiosi di storia medievale e religiosa.

 

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