Nel cuore delle tradizioni storiche di Cava de’ Tirreni, la Festa di Castello rappresenta un legame profondo con il passato religioso e civico della città. Celebrata durante l’ottava del Corpus Domini, questa manifestazione affonda le sue radici in eventi drammatici che segnarono la comunità cavese nel XVII secolo.
La storia della Festa di Castello inizia con un evento tragico: la peste del 1656. Come documentato nei registri parrocchiali della SS. Annunziata, il contagio apparve nella città il 25 maggio, giorno dell’Ascensione. La peste, introdotta a Napoli da una nave di soldati spagnoli provenienti dalla Sardegna (dove era già apparsa nel 1650), si diffuse rapidamente nelle province del Regno.
L’anno successivo al termine dell’epidemia, i parroci della chiesa della SS. Annunziata, con il supporto dei confratelli della Congrega di S. Andrea Apostolo, introdussero una nuova consuetudine: una processione serale durante l’ottava del Corpus Domini. Durante questo rito, il Santissimo Sacramento veniva portato sul monte del Castello di S. Adiutore, da dove si benediceva l’intera città, implorando la protezione divina contro future calamità.
Come testimoniato da Andrea Carraturo (1739-1807), il Castello di S. Adiutore, dalla metà del XVII secolo, cambiò significativamente la sua funzione: “Non più servendo ad uso di guerra, ha da allora in poi servito ad uso di festa.” Il castello, che una volta rappresentava lo spirito guerriero e militare della città, divenne un luogo di celebrazione religiosa.
L’antica fortezza, che in passato aveva rappresentato la potenza militare di Cava e la sua fedeltà ai regnanti aragonesi e spagnoli, si trasformò in un simbolo di devozione e protezione spirituale.
La Festa di Castello rappresenta quindi l’evoluzione di una tradizione che unisce lo spirito guerriero del passato militare di Cava con la devozione religiosa nata dopo la peste. All’aspetto religioso, originato dalla calamità del 1656, si è progressivamente legato lo spirito civico della città.
La processione, che partiva dalla Chiesa Parrocchiale della SS. Annunziata fino alla Cappella del Castello, divenne un momento di unione per tutti gli abitanti dei casali disseminati nel territorio dell’Università di Cava, creando per la prima volta una manifestazione cittadina che coinvolgesse l’intera comunità.