La Villa Augustea, un’eredità viva da Matteo Della Corte

7 Ott,2024 | Blog

Immaginiamo di camminare tra le rovine di una villa romana, di sfiorare con mano le pareti affrescate e di sentire l’eco dei passi risuonare in un silenzio millenario. Questo è ciò che si prova visitando la Villa Augustea di Somma Vesuviana, un luogo dove storia e leggenda si intrecciano, dando vita a un racconto affascinante.
Siamo agli inizi del Novecento, esattamente nel 1930. Il giovane archeologo, Matteo Della Corte, originario di Cava de’ Tirreni, è già noto per i suoi studi pionieristici su Pompei. La sua passione per il mondo antico lo porta a esplorare i dintorni del Vesuvio, in cerca di nuovi tesori nascosti. È così che, quasi per caso, si imbatte in una scoperta che cambierà per sempre la sua vita e la nostra comprensione del passato: un muro romano ritrovato durante dei lavori agricoli.
Sotto strati di cenere vulcanica, sepolta da un’eruzione che ha segnato la storia, emerge una villa di straordinaria bellezza. Affreschi dai colori vivaci, mosaici intricati, pavimenti in marmo: ogni dettaglio racconta una storia di sfarzo e raffinatezza. Della Corte, con la sua innata curiosità e la sua meticolosità, inizia a scavare, strato dopo strato, svelando i segreti di questa dimora antica.
Chi abitava questa villa? Forse un potente senatore romano, oppure un membro della famiglia imperiale oppure vi soggiornava lo stesso Augusto? Le domande si susseguono, ma le risposte sono ancora sepolte nel tempo. Della Corte, però, non si arrende. Con l’aiuto di una squadra di esperti e di Amedeo Maiuri, si dedica allo studio approfondito di ogni singolo reperto, cercando di ricostruire la vita quotidiana di coloro che un tempo avevano abitato la villa.
Mentre lavora, l’archeologo cavese si sente come un detective che indaga su un mistero antico. Ogni nuovo ritrovamento è un tassello fondamentale per comporre il puzzle della storia. E così, giorno dopo giorno, la Villa Augustea rivela i suoi segreti, svelandoci un mondo perduto, fatto di banchetti sontuosi, di feste e di amori.
Visitando la Villa Augustea, si nota che è più di un semplice sito archeologico. È un luogo magico, dove il passato incontra il presente, dove la storia si fa viva. E Matteo Della Corte, con la sua passione e la sua determinazione, ne è quasi diventato il suo custode.
Oggi, anche se l’area archeologica è accessibile solo in parte e si attendono scavi su tre livelli, possiamo ancora immaginare la sua scoperta e la sua emozione di fronte a una scoperta così straordinaria. E possiamo ringraziarlo per averci regalato un pezzo di storia, un tesoro inestimabile che appartiene a tutti noi e che si spera tra qualche anno, dopo averci regalato tante altri gioielli dell’antichità, venga fruito dal grande pubblico.

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