Espedito Senatore, l’eroe della galleria di Balvano

12 Mar,2025 | I Personaggi

Nella storia ferroviaria italiana esiste una pagina tragica che il tempo ha quasi cancellato. Un evento devastante che il 3 marzo 1944 ha strappato alla vita oltre 600 persone in un tunnel ferroviario in Basilicata.

Al centro di questa vicenda emerge la figura eroica di un uomo: Espedito Senatore, cavese,primo macchinista del treno 8017

Espedito Senatore non era un semplice macchinista. La sua dedizione al lavoro e il senso di responsabilità verso i passeggeri lo portarono a compiere un gesto estremo di altruismo. Mentre il convoglio restava intrappolato nella Galleria delle Armi, tra Balvano e la stazione di Bella-Muro, l’aria diventava sempre più irrespirabile. Il monossido di carbonio, il biossido di carbonio e la carenza d’ossigeno trasformarono lentamente il tunnel in una camera a gas.Fu in questi drammatici momenti che emerse la grandezza di Espedito. Invece di cercare la salvezza personale, spinse Luigi Ronga, il suo fuochista, giù dal predellino ordinandogli di mettersi in salvo. Una decisione che costò la vita al macchinista ma salvò quella del suo collega.

All’alba del 3 marzo, quando i primi soccorritori riuscirono a raggiungere il treno, trovarono Espedito Senatore ancora al suo posto di comando. Il regolatore era aperto, segno tangibile del suo disperato tentativo di spingere la locomotiva oltre i suoi limiti, chiedendole quello sforzo supplementare che avrebbe potuto salvare centinaia di vite. Mentre il suo collega, sulla seconda locomotiva, credeva fosse necessaria un’ulteriore spinta in avanti, Senatore aveva intuito che l’unica salvezza possibile fosse la retromarcia verso l’imbocco sud della galleria. Un dramma nella tragedia: i due macchinisti, posizionati su lati opposti delle locomotive e senza possibilità di comunicare, presero decisioni contrastanti nel tentativo di salvare il convoglio.

La figura di Espedito Senatore incarna i valori più nobili della professione ferroviaria: dedizione al dovere, responsabilità verso i passeggeri e coraggio nell’affrontare l’emergenza. Fino all’ultimo respiro, mentre l’aria tossica invadeva i suoi polmoni, continuò a fare ciò che riteneva giusto. La sua storia è emblematica di quelle migliaia di eroi silenziosi che, durante il periodo bellico, continuarono a garantire servizi essenziali alla popolazione civile, spesso pagando con la vita.

L’incidente del treno 8017 fu il risultato di una catena di circostanze avverse: la scarsa ventilazione della galleria, la qualità inferiore del carbone fornito dagli alleati, la lunghezza eccezionale del convoglio (479,30 metri), il posizionamento non ottimale delle locomotive e l’elevato carico di merci e passeggeri.Ma oltre agli aspetti tecnici, ciò che colpisce è l’aspetto umano: uomini esausti, in servizio da molte ore, che cercarono fino all’ultimo di fare il proprio dovere in condizioni impossibili.

La storia di Espedito Senatore merita di essere ricordata non solo come parte di una tragedia ferroviaria, ma come esempio di abnegazione e coraggio. Un eroe del quotidiano che, nel momento decisivo, scelse di rimanere al suo posto di comando, incarnando quella dedizione al dovere che rappresenta il lato più nobile dell’essere umano.

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