I casali nel Cinquecento e la figura del grassiere

12 Mar,2025 | Cava Ieri

La storia di Cava de’ Tirreni è caratterizzata da un delicato equilibrio politico tra i suoi quartieri e casali.

Alla fine del XVI secolo, la città era parte del demanio regio degli Asburgo e godeva di privilegi fiscali, come l’esenzione da dazi e dogane. Tuttavia, questa condizione comportava anche oneri, tra cui il mantenimento di truppe e contribuzioni economiche al regno. Cava era divisa in quattro quartieri principali: Mitigliano, Sant’Adiutore, Corpo di Cava e Passiano. Ogni quartiere aveva un certo numero di casali e partecipava alla gestione della città attraverso un sistema di rotazione delle cariche amministrative, garantendo così una rappresentanza equa tra i distretti.

Uno dei ruoli più importanti nell’amministrazione cittadina era quello del grassiere (o catapano).Il grassiere (o grasciere) era un ufficiale pubblico, incaricato di sovrintendere all’approvvigionamento alimentare, in particolare di carne e grassi (da cui il nome). Le sue responsabilità includevano:

  • Regolamentare il commercio di generi alimentari
  • Stabilire i prezzi calmierati
  • Vigilare sul rispetto delle norme annonarie
  • Prevenire carestie e speculazioni sui prezzi
  • Controllare qualità e peso dei prodotti venduti nei mercati

Questa figura era particolarmente importante in un’epoca in cui le crisi alimentari erano frequenti. Tradizionalmente, la carica era distribuita equamente tra i quattro quartieri, ma nel Cinquecento i quartieri di Sant’Adiutore e Passiano riuscirono a monopolizzare il ruolo, escludendo gli altri due.Questo squilibrio generò un lungo contenzioso che vide gli abitanti di Mitigliano e Corpo di Cava rivolgersi al Sacro Regio Consiglio di Napoli per ottenere giustizia. Il processo durò quasi trent’anni e coinvolse numerose testimonianze a favore della vecchia prassi della rappresentanza paritaria.

Nel 1610, il tribunale stabilì il ripristino della rotazione della carica di grassiere tra tutti i quartieri, ponendo fine alla disputa e riaffermando il principio di equità nella gestione politica della città.

La vicenda della carica di grassiere non fu solo un episodio amministrativo, ma rivelò le profonde rivalità tra le famiglie più influenti della città. La competizione per il potere non si fermò qui e nei decenni successivi Cava de’ Tirreni sarebbe stata teatro di ulteriori conflitti, fino alla rivolta di Masaniello del 1647.

La storia della città nel Cinquecento dimostra come la gestione del potere fosse un equilibrio costantemente messo alla prova dalle ambizioni delle famiglie locali. La vicenda della carica di grassiere evidenzia l’importanza della rappresentanza politica nei quartieri cavesi e le tensioni che caratterizzarono la vita cittadina dell’epoca.










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