Intorno al 1790 il pittore tedesco Jacob Philipp Hackert fu inviato per desiderio della Regina Maria Carolina a raffigurare i più bei luoghi del Regno di Napoli.
Nella «Veduta de la Cava» conservato presso la Reggia di Caserta, città dove l’artista comprò un appartamento e visse intorno al 1770, vediamo il ponte costruito alla fine del 1500.
Iniziato nel 1575 per collegare la strada da Nocera a Salerno, fu completato tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600 ed è uno dei cinque ponti che caratterizzano il territorio, tre più piccoli come il ponte Surdolo e quelli di Santa Lucia e del Rio Secco nella zona dell’Epitaffio e i due più grandi a San Francesco e alla Molina, costruiti per la realizzazione della «Via Regia» necessaria dopo il passaggio nella vallata dell’imperatore Carlo V nel 1535.
Oggi invece, l’incuria degli ultimi decenni lo sta trascinando in uno stato di abbandono permanente che però non è passato inosservato ai più attenti cittadini cavesi che rivorrebbero su quel tratto di strada il ritorno ad una pavimentazione fatta di pietre vesuviane al posto dell’asfalto e la sostituzione di lampioni con una illuminazione più adeguata al valore del ponte che fu ritratto da Hackert.
