La Badia della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni custodisce tra i suoi preziosi manoscritti un documento di straordinaria importanza storica e culturale: il Registro di Prestito Ebraico, una testimonianza unica dell’attività economica della comunità ebraica locale alla fine del XV secolo
Il registro conservato presso l’archivio della Badia rappresenta il più voluminoso tra i registri di prestito ebraici pervenuti fino ai nostri giorni, composto da circa 400 carte redatte in elegante semicorsiva italiana ( stile di scrittura manuale che si colloca a metà strada tra la forma più rigida con lettere ben distinte e la corsiva). La sua unicità risiede non solo nelle dimensioni imponenti, ma anche nella ricchezza di informazioni che offre sulla vita economica e sociale di Cava in un periodo cruciale della storia italiana.
Il manoscritto si compone di due registri distinti:
- Il primo registro, purtroppo mutilo delle prime 100 carte, raccoglie atti di prestito dal 1492 al 1495.
- Il secondo registro, anch’esso incompleto mancando delle prime 33 carte, documenta le attività di prestito nel biennio 1494-1495.
L’importanza di questo documento non è sfuggita agli studiosi. Già nel 1883, il filologo Salomone De Benedetti ne parlò in un suo articolo, attirando l’attenzione del mondo accademico su questo tesoro documentario. La ricerca è proseguita nel XX secolo e, nel 1993, il professor Cesare Colafemmina ha avanzato un’importante ipotesi sull’identità dei banchieri ebrei che compilarono il registro: si tratterebbe di Gabriele e Mosè, due prestatori citati anche in documenti redatti dal notaio cavense Pietro Paolo Troise nel febbraio 1495.
Questo collegamento tra fonti ebraiche e latine ha permesso di ricostruire con maggiore precisione il contesto storico in cui operavano questi banchieri
Il registro presenta caratteristiche di grande interesse linguistico e culturale:
- È redatto in ebraico e volgare, utilizzando una scrittura semicorsiva che riflette lo stile in uso nelle comunità ebraiche italiane dell’epoca.
- Ogni inizio di mese è solennemente segnalato con una preghiera e una formula di datazione, secondo il calendario ebraico.
- L’inizio di ogni anno ebraico è accompagnato dalla preghiera “Avinu Malkenu” (Nostro Padre, Nostro Re), una delle più importanti nella liturgia ebraica.
- Il documento è ricchissimo di nomi personali, località e termini specifici per descrivere i pegni lasciati in garanzia, scritti in giudeo-italiano, la variante dell’italiano in uso presso le comunità ebraiche peninsular
Questo manoscritto costituisce una testimonianza fondamentale sulla presenza e le attività economiche della comunità ebraica a Cava de’ Tirreni nel XV secolo, in un periodo caratterizzato da profondi cambiamenti per le comunità ebraiche italiane. Le espulsioni dalla Spagna (1492) e successivamente dal Regno di Napoli (1510-1541) avrebbero infatti drasticamente modificato la geografia dell’ebraismo italiano.
Il registro di prestito della Badia di Cava rappresenta quindi uno degli ultimi e più completi documenti sopravvissuti sui prestiti ebraici nell’Italia meridionale prima di questi eventi traumatici, e costituisce un patrimonio inestimabile non solo per la storia di Cava de’ Tirreni, ma per l’intera storia dell’ebraismo italiano.
La conservazione di questo documento presso la Badia testimonia ancora una volta il ruolo fondamentale che l’abbazia benedettina ha svolto come centro di preservazione della memoria storica e culturale del territorio.