La Casa del Balilla

15 Mar,2025 | Cava Ieri

La storia della Casa del Balilla a Cava de’ Tirreni rappresenta un capitolo significativo dell’influenza del regime fascista sull’educazione giovanile in Italia. Creata nell’ambito dell’Opera Nazionale Balilla (ONB), fondata nel 1926, questa struttura incarnava la strategia di Mussolini di esercitare un “controllo ferreo” sui giovani italiani, tanto nel campo dell’istruzione quanto nella gestione del tempo libero.

A Cava de’ Tirreni, la realizzazione della Casa del Balilla avvenne in tempi sorprendentemente brevi. Il 13 febbraio 1928, il segretario politico Francesco Santoro richiese la disponibilità dell’area nord-ovest della Villa comunale per la costruzione dell’edificio. Nella sua lettera, Santoro sottolineava come l’iniziativa rispondesse “perfettamente ai nuovi compiti assegnati al Partito” e alla “predominante passione del Duce” per l’educazione fascista delle nuove generazioni.

La struttura venne inaugurata il 9 giugno 1929, appena poco più di un anno dopo la richiesta di concessione del suolo. L’apertura avvenne in concomitanza con l’inaugurazione del Monumento ai Caduti, alla presenza del re Vittorio Emanuele III, in quella che fu descritta come “una giornata memorabile per la città”.

L’ONB, direttamente controllata da Mussolini, si occupava dei giovani dagli 8 ai 18 anni. La Casa del Balilla di Cava era destinata, secondo le parole pronunciate all’inaugurazione, “a raccogliere i figli ed i nipoti degli eroi celebrati e tutte le future giovani generazioni di questa industre cittadina”.

L’edificio veniva definito una “scuola di carattere e di patriottismo”, dove si sarebbero formati “i legionari fascisti, educati alla nuova religione della Patria”. La retorica dell’epoca enfatizzava come i giovani avrebbero guardato “impazienti alle vette luminose, cui sale a gran passi l’Italia”, preparandosi “degnamente ai cimenti della vita ed alle gloriose future vicende della giovane Italia fascista”.

Nonostante le parole del Segretario Santoro possano oggi apparire retoriche, esse erano perfettamente in linea con il clima del tempo e con i valori fondanti di una comunità quasi completamente fascistizzata. Il testo storico solleva però un’interessante domanda: cosa è rimasto nei ricordi dei bambini di allora?

La Casa del Balilla rappresenta oggi una testimonianza architettonica e storica di un periodo controverso della storia italiana, quando l’educazione fisica e morale della gioventù era “improntata ad una concezione tutta fascista e con direttive precise di interesse patriottico e nazionale”.

La struttura, situata nella Villa Comunale di Cava de’ Tirreni, rimane un esempio tangibile delle strategie educative del ventennio fascista e della “fabbrica del consenso” che il regime istituì per formare le nuove generazioni secondo la propria ideologia.

Guarda anche il filmato dell’inaugurazione su Google Arts e Culture https://artsandculture.google.com/asset/il-re-inaugura-il-monumento-ai-caduti-e-la-casa-del-balilla-a-cava-dei-tirreni/QAHN0ckiZGHR1w?hl=it

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