La Chiesa di S. Maria a Toro rappresenta uno dei luoghi di culto più antichi e significativi della zona settentrionale del castello di S. Adiutore. Situata strategicamente sulla collina, questa chiesa custodisce secoli di storia e tradizioni religiose che si intrecciano profondamente con l’identità del territorio cavese.
Le origini e la denominazione
La denominazione originaria della chiesa era “S. Maria ai Monti“, un nome che riflette la sua posizione elevata e panoramica. Le origini precise della fondazione rimangono avvolte nel mistero, ma gli elementi architettonici superstiti suggeriscono una costruzione risalente al periodo medievale, probabilmente intorno al Mille.
La chiesa fu la prima parrocchia del castrum S. Adiutoris e il suo territorio parrocchiale si estendeva in modo considerevole, da Bagnara fino a Gallocanta, testimoniando l’importanza che questo luogo di culto rivestiva nell’organizzazione ecclesiastica dell’epoca.
Il passaggio sotto la Badia della SS. Trinità
Un documento del 1113 segna una svolta significativa nella storia della chiesa: in questa data, S. Maria a Toro passò sotto la giurisdizione della badia della SS. Trinità di Cava. Questo passaggio inserì la chiesa nel prestigioso circuito monastico cavese e ne determinò lo sviluppo futuro.
La parrocchia di S. Maria a Toro era particolarmente estesa e comprendeva tutte le chiese del versante orientale della valle di Cava. Nel corso del tempo, diverse di queste chiese dipendenti ottennero l’autonomia parrocchiale, tra cui S. Lucia, S. Nicola di Pregiato, S. Pietro a Siepi, S. Giovanni a Casaburi e S. Nicola di Dupino.
I benefattori e le donazioni
La chiesa godette nel corso dei secoli della generosità di numerosi benefattori che contribuirono al suo sostentamento e sviluppo. Tra i principali donatori si ricordano:
- Sighelgaita, figlia del conte Pandolfo e moglie del giudice Romualdo (1113)
- Matteo Buttromile e sua moglie Fuscandina (1162)
- Pietro Buttromile (1161)
- Matteo notaio, figlio di Alfano (1173)
Questi benefattori contribuirono non solo con beni materiali, ma anche con diritti e privilegi che consolidarono la posizione della chiesa nel tessuto sociale ed economico del territorio.
Il riconoscimento ufficiale del 1169
Nel 1169, la chiesa ricevette un riconoscimento ufficiale particolarmente importante quando venne menzionata nei registri dell’abate Marino della badia con la denominazione latina: “Ecclesia S. Mariae ad Thorum sive ad Corum, subiecta sacro Monasterio Caven cum omnibus bonis suis, in loco Sepi, anno 1169, tempore beati Marini abbatis”.
Le vicende dei secoli successivi
Nel 1356, in seguito alle richieste dei fedeli, l’abate Maynerio nominò come cappellano della chiesa Simon de Tipaldo, dimostrando l’attenzione costante della badia verso le esigenze spirituali della comunità locale.
Un momento di transizione importante si verificò nel 1545, quando le parrocchie unite furono concesse a don Quiriliano Franco, e successivamente assegnate a don Gregorio Franco.
La tradizione pasquale
Una delle tradizioni più radicate e sentite legate alla Chiesa di S. Maria a Toro è quella del pellegrinaggio del lunedì di Pasqua. I fedeli si recano ancora oggi alla chiesa per partecipare alla tradizionale festa di campagna, una consuetudine che affonda le sue radici nei secoli passati e che rappresenta un momento di aggregazione comunitaria e di rinnovamento spirituale.
Il restauro del Novecento
Nei primi anni del Novecento, un devoto cittadino di nome Giuseppe Avallone si fece promotore di un importante intervento di restauro della chiesa. Avallone non solo si occupò del rifacimento del tetto e del pavimento, ma fece anche realizzare un nuovo altare in marmo e arricchì la chiesa con un quadro di tela. Il pavimento fu rivestito con mattoni, conferendo all’interno un aspetto più decoroso.
I lavori procedettero con tale impegno che Avallone volle celebrare la riapertura al culto con una festa solenne, che ebbe luogo il 5 giugno 1911. Il giorno precedente, il quadro della Madonna fu benedetto in cattedrale e successivamente portato in processione sulla collina, in un corteo che coinvolse tutta la comunità.
Il rinnovamento del XX Secolo
Nel 1919, il vescovo Lavitrano decise di ristabilire la parrocchia, segnando un nuovo capitolo nella storia di questa antica chiesa. Questa decisione testimonia l’importanza che S. Maria a Toro continuava a rivestire nella vita religiosa del territorio, nonostante i secoli trascorsi.
La Chiesa di S. Maria a Toro rappresenta oggi un importante testimone della storia religiosa e sociale di Cava de’ Tirreni. La sua posizione panoramica, la ricchezza della sua storia documentata e le tradizioni che ancora la animano la rendono un patrimonio prezioso da preservare e valorizzare.
La chiesa continua a essere un punto di riferimento per la comunità locale, custodendo memorie antiche e mantenendo vive tradizioni che collegano il presente al passato più remoto del territorio cavese.