La vita e i costumi nel 1600 attraverso le opere di Braca

17 Mar,2025 | I Personaggi

Vincenzo Braca, nato nel 1566 a Salerno, fu un importante autore del Seicento e figura di spicco nella cultura campana. Conseguì la laurea di doctor Artium et Medicinae all’Università di Salerno e successivamente divenne docente in quella stessa università. Dalle informazioni disponibili, sappiamo che Braca era esperto di giurisprudenza e manteneva intensi rapporti intellettuali e culturali con le diverse realtà sociali napoletane del suo tempo.

Braca è noto soprattutto per le sue opere teatrali, in particolare per le Farse Cavaiole, composizioni che offrono uno spaccato dettagliato e vivace della società di Cava de’ Tirreni nel Seicento.

La Cava (oggi Cava de’ Tirreni) nel Seicento era un centro culturale e commerciale di notevole importanza. Il centro urbano si sviluppava attorno a una piazza principale, chiamata “La Cava”, che rappresentava il cuore pulsante della vita cittadina. La città era caratterizzata da:

  • Un borgo centrale (Borgo Scacciaventi)
  • Numerose torri sparse sui declivi delle colline circostanti
  • Una ricca vita culturale e commerciale

Il paesaggio circostante era prevalentemente verde, con boschi e terre coltivate che si estendevano per le valli e le pendici dei monti e delle colline.

Uno degli aspetti più interessanti che emerge dalle opere di Braca è la descrizione della medicina popolare dell’epoca. La piazza de La Cava era frequentata da diversi “affittati ciarlatani” che si occupavano di curare varie malattie. Questi guaritori:

  • Stabilivano diagnosi
  • Creavano preparazioni farmaceutiche
  • Mescolavano ingredienti disparati per creare unguenti e pozioni
  • Ricorrevano a formule rituali in latino
  • Tenevano discussioni con riferimenti a scienziati contemporanei

Spesso questi rimedi popolari si basavano su argomenti fallaci e sulla credulità delle persone. Braca descrive con realismo e ironia queste pratiche, mostrandosi critico ma anche attento osservatore della cultura popolare del suo tempo.

Nel Seicento a Cava de’ Tirreni esisteva un sistema educativo strutturato, con diverse tipologie di scuole:

  • La Scuola della Medica Salernitana, prestigiosa istituzione medica
  • Scuole di ricamo e di cucito per le ragazze
  • Scuole dove si insegnava la scrittura della lingua latina, le teorie filosofiche, il notariato scolastico e il linguaggio giuridico

La figura dell’insegnante era molto rispettata. Nelle opere di Braca viene citata una “maestra Carubbella”, che insegnava alle ragazze. L’istruzione femminile era indirizzata principalmente ai lavori domestici e alle arti considerate “femminili” come il ricamo.

È importante notare che le scuole di ricamo e cucito, che in passato erano di esclusiva pertinenza maschile, nel periodo descritto da Braca iniziavano ad aprirsi anche alle donne, segnando un importante cambiamento sociale.

Le opere di Braca offrono uno spaccato vivace dei divertimenti e delle tradizioni popolari di Cava. Tra questi:

  • Il divertimento principale dei Cavoti: una caccia ai colombi selvatici che si svolgeva in autunno
  • Giochi dei ragazzi nelle piazzette e nelle strade
  • Rituali stagionali come l’abbigliamento invernale
  • Feste popolari con musica e danze

La descrizione di questi divertimenti è ricca di dettagli e realismo. Braca osserva con occhio attento i comportamenti e i costumi della gente, descrivendo scene di vita quotidiana con un linguaggio colorito e spesso dialettale.

Nelle opere di Braca troviamo descrizioni dettagliate dell’abbigliamento, in particolare quello femminile. Un esempio è la minuziosa descrizione dell’abito di una “bambolina” o giovane ragazza:

  • Gonnella bella e abbellita
  • Pettorale decorato
  • Fuso e “ntoccato” (probabilmente un tipo di accessorio)
  • Calze e scarpe tipiche dell’epoca

Questi dettagli sull’abbigliamento ci offrono uno sguardo diretto sulle mode e i costumi del tempo, mostrando la capacità di Braca di osservare e descrivere con precisione la società che lo circondava.

La società cavese del Seicento era caratterizzata da una chiara divisione in classi sociali. Nelle opere di Braca possiamo osservare:

  • Il rapporto tra nobili e popolani
  • Le differenze tra città e campagna
  • I ruoli definiti per uomini e donne
  • L’emergere di una classe media di artigiani e commercianti

Braca descrive queste dinamiche sociali con ironia e realismo, spesso mettendo in luce le contraddizioni e le ipocrisie della società del suo tempo. Le sue opere sono considerate un importante documento storico proprio per la loro capacità di catturare la realtà sociale in modo vivido e dettagliato.

Un elemento distintivo delle opere di Braca è l’uso del linguaggio. L’autore alterna:

  • Espressioni in dialetto locale
  • Latino maccheronico
  • Linguaggio colto
  • Espressioni popolari

Questa mescolanza linguistica riflette la complessità della società cavese del Seicento, dove convivevano tradizioni popolari e cultura alta, e dove l’influenza della vicina Napoli si faceva sentire anche negli usi linguistici

Le opere di Vincenzo Braca rappresentano una fonte preziosa per comprendere la vita e i costumi di Cava de’ Tirreni nel 1600. Attraverso le sue farse e composizioni teatrali, Braca ci ha lasciato un “grande affresco di natura mossi” della società cavese, documentando con occhio attento e ironico i cambiamenti sociali, le tradizioni, i divertimenti e la vita quotidiana della sua epoca. Il suo legame con la città è testimoniato dalla capacità di descriverne ogni aspetto, dalle consuetudini alimentari alle pratiche mediche, dalle feste popolari all’abbigliamento, offrendoci così uno spaccato autentico e vivace della Cava de’ Tirreni seicentesca.

Tratto da Rassegna storica salernitana,2019, Mario Lamberti, Le farse cavajole

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