Massimiliano Randino: un figlio di Cava caduto per la pace

22 Set,2025 | I Personaggi

Nel panorama dei militari italiani che hanno sacrificato la propria vita per la pace internazionale, la figura di Massimiliano Randino occupa un posto di particolare rilievo, anche per il suo legame con il territorio di Cava de’ Tirreni.

Le origini cavesi

Nato a Pagani il 16 agosto 1977, Massimiliano Randino trascorse i suoi anni formativi a Cava de’ Tirreni fino al 1992, per poi trasferirsi a Nocera Superiore. Il legame con la nostra città rimase sempre forte, tanto che Randino viene ricordato come uno dei figli adottivi del territorio cavese che ha onorato l’Italia con il proprio servizio militare.

La carriera militare

Randino prestò servizio come primo caporal maggiore della Brigata paracadutisti “Folgore”, specificamente nel 183º Reggimento “Nembo”. Per circa dieci anni prestò servizio nell’Esercito Italiano, dal 2001 al 2007 partecipando a diverse missioni di pace internazionali in Kosovo, Afghanistan e Iraq.

La sua dedizione al servizio e alla causa della pace internazionale lo portò più volte in teatri operativi complessi, dove le forze italiane erano impegnate in operazioni di stabilizzazione e supporto alle popolazioni civili.

Il sacrificio supremo

Il 17 settembre 2009, Massimiliano Randino perse la vita in un attacco suicida a Kabul, in Afghanistan, insieme ad altri cinque militari italiani. L’attentato esplosivo colpì un convoglio di veicoli blindati VTLM “Lince” durante una missione di servizio.

Aveva 32 anni quando il suo blindato saltò in aria durante un servizio di scorta nella capitale afghana. Insieme a lui persero la vita il Capitano Antonio Fortunato, il Sergente Maggiore Capo Roberto Valente, il Caporal Maggiore Scelto Matteo Miotto, il Caporal Maggiore Davide Ricchiuto e il primo caporal maggiore Giandomenico Pistonami.

Il riconoscimento e la memoria

Per il suo sacrificio, Massimiliano Randino fu insignito della Croce d’Onore alla memoria, riconoscimento che testimonia il valore dimostrato durante il servizio. Il 21 settembre 2009, dichiarata giornata di lutto nazionale, furono celebrati i solenni funerali di stato nella Basilica di San Paolo fuori le mura a Roma.

La storia di Randino rappresenta l’esempio di come i giovani del nostro territorio abbiano saputo portare alto il nome dell’Italia nel mondo, dedicando la propria vita al servizio della patria e della pace internazionale. Come ricordano i suoi familiari, “credeva nella libertà”, e questo credo lo aveva spinto a partecipare attivamente alle missioni di pace internazionali.

Il suo sacrificio, insieme a quello dei suoi commilitoni, rimane un monito per non dimenticare il prezzo della libertà e della pace, valori per i quali Randino e tanti altri giovani italiani hanno dato la vita.

La memoria di Massimiliano Randino continua a vivere non solo nei ricordi dei familiari e dei commilitoni, ma anche nel cuore della comunità cavese che lo ha visto crescere e che oggi , anche attraverso il Comitato del Sacrario Militare di Cava , lo ricorda con orgoglio come uno dei suoi figli migliori, caduto servendo la patria e gli ideali di pace e libertà.

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