Nicola Di Mauro, l’asso dei cieli

20 Mag,2025 | I Personaggi

Nicola Di Mauro nacque a Cava de’ Tirreni l’8 luglio 1904, figlio di Alfredo e Emmanuela Vitagliano. Sportivo e vivace, praticava boxe come peso mosca, amava la montagna ed era membro degli scout. Durante i bagni estivi alla Marina di Vietri stupiva tutti per la sua straordinaria capacità in apnea.

Il giovane “Nik” – come lo chiamavano gli amici – frequentò il Liceo Classico della Badia Benedettina, ma il suo spirito ribelle lo portò all’espulsione dopo una lite con il preside. Ironia della sorte, quello stesso istituto avrebbe un giorno inserito il suo nome nell’elenco degli alunni illustri per le sue imprese aviatorie.

Completò gli studi al Liceo Tasso di Salerno, diplomandosi nel luglio 1923. Alla morte della madre, convinse il padre a permettergli di iscriversi alla Regia Accademia Aeronautica di Livorno, dove fu ammesso al Corso Aquila 1, il primo corso aeronautico italiano.

La carriera e i primi successi

A Livorno conobbe la futura moglie, Mina Di Rosa, che sposò il 24 novembre 1929 in uno dei primi matrimoni celebrati in base ai Patti Lateranensi. La coppia ebbe tre figli: Emmanuela, Alfredo ed Eliana.

Lo spirito indomito di Di Mauro gli valse il soprannome di “cowboy”. Una volta, per scommessa, passò con l’aereo sotto il ponte dell’Arno a Pisa per vincere alcuni pacchetti di sigarette.

La sua carriera militare progredì rapidamente: sottotenente pilota nel 1926, tenente l’anno successivo, conseguì il brevetto di pilota militare nell’aprile 1928. Divenne pilota di fiducia del Duca d’Aosta e di Anna di Francia, ottenendo un encomio solenne dal re Vittorio Emanuele III durante le grandi manovre delle Forze Armate.

I record mondiali e l’era di Guidonia

Il momento d’oro della carriera di Di Mauro iniziò il 1° novembre 1931, quando fu trasferito al Centro sperimentale di Montecelio, dove nel 1934 sorse Guidonia, la “città dell’aria”. In quegli anni l’aeronautica italiana era all’avanguardia mondiale nello studio del volo stratosferico.

Come capitano, il 12 maggio 1934, con un S.72, conquistò all’Italia il primato mondiale di altezza per aeroplani con 2000 kg di carico, raggiungendo 8500 metri.

Il suo momento di gloria più significativo arrivò nel novembre 1937 quando conquistò insieme a Mario Stoppani quattro record mondiali di altezza per idrovolanti con l’Idro Cant. Zappata 506 B:

  • 10.388 metri con 500 kg di carico
  • 9.190 metri con 1.000 kg di carico
  • 8.951 metri con 2.000 kg di carico
  • 7.140 metri con 5.000 kg di carico

Il 25 settembre 1939 stabilì il primato mondiale di altezza senza carico per idrovolanti, ancora imbattuto, volando fino a quota 13.554 metri. Durante la prova, un grave guasto al depuratore d’aria provocò l’appannamento dei vetri nella cabina stagna. Nonostante fosse all’estremo delle forze, Di Mauro completò l’impresa, guadagnandosi la medaglia d’oro al valore aeronautico.

Contributi alla scienza aeronautica

Di Mauro collaudò il primo aereo a reazione italiano e collaborò con esperti agli studi sulla fisiopatologia umana in volo d’alta quota. Le ricerche includevano la respirazione a grandi altezze, la resistenza alla pressione barometrica e le cabine pressurizzate.

Diventò maggiore e poi tenente colonnello nel 1939, ricevendo numerose decorazioni tra cui una medaglia d’oro al valore aeronautico, una d’argento, una d’oro di lunga navigazione aerea e due d’oro al valore atletico. L’11 giugno 1940 fu nominato comandante del Reparto di alta quota di Guidonia.

Gli anni della guerra

Con l’Italia in guerra, Di Mauro comandò il 35° Stormo Bombardamento, partecipando alle operazioni nel Mediterraneo dalla base di Gioia del Colle. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fu fatto prigioniero dai tedeschi a Bologna, ma riuscì a fuggire raggiungendo a piedi Pescia, dove si trovavano la moglie e i figli.

Per mantenere la famiglia, il 28 ottobre 1943 si presentò al Comando dell’Aeronautica della Repubblica Sociale Italiana, chiedendo di essere assegnato a un reparto non operativo. Fu inviato ad addestrare i piloti dell’aviazione repubblichina vicino Marostica. Nell’aprile 1945 fu arrestato dai partigiani, ma uno dei capi testimoniò a suo favore: “Non è un fascista, ma un militare di professione”.

Gli ultimi anni

Dopo la guerra, Di Mauro lasciò il servizio attivo e aprì una società di trasporti a Torre del Greco. In seguito alla morte della figlia Emmanuela, si ritirò nella sua Cava de’ Tirreni.

I dirigenti della Piaggio gli offrirono la rappresentanza della Vespa per il centrosud, ma rifiutò, dimostrando quel distacco dal denaro che, secondo la figlia Eliana, cercò sempre di insegnare.

Il 3 gennaio 1957 fu promosso colonnello per anzianità. Diventò presidente dell’Aereo Club di Salerno, di cui era stato tra i fondatori più appassionati.

Nicola Di Mauro si spense il 9 settembre 1979, all’età di 75 anni, lasciando un’eredità indelebile come pioniere dell’aviazione italiana e portando il nome di Cava de’ Tirreni nella storia dell’aeronautica mondiale.

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