Carlo Santoro, nato a Cava dei Tirreni il 3 maggio 1900, morì combattendo a Guerat el Afie, in Tripolitania, il 31 ottobre 1928. Dopo aver prestato servizio nel 3° reggimento genio telegrafisti durante la Prima Guerra Mondiale, fu congedato nel febbraio 1919. Tornato in servizio nel dicembre dello stesso anno, passò alla Legione Carabinieri di Firenze e, successivamente, frequentò un corso per allievi ufficiali, diventando sottotenente nel luglio 1924 e assegnato al 7° reggimento bersaglieri. Nel 1926, si unì alle truppe coloniali in Tripolitania, partecipando a operazioni di polizia coloniale. Nella primavera del 1927, dopo eventi provocatori da parte delle tribù arabe, le forze italiane intervennero. Il VI battaglione libico, sotto il comando di Santoro, ebbe un ruolo attivo nelle operazioni, ottenendo successi significativi, come nella battaglia di Bir Tagrift. Santoro, promosso tenente, si distinse nuovamente a Guerat el Afie, dove, nonostante le ferite mortali, continuò a incoraggiare i suoi uomini, mostrando grande valore. Fu decorato postumo con la medaglia d’oro al valor militare, riconoscendo il suo eroismo e la sua dedizione, con la seguente motivazione : on la seguente motivazione:
In aspro e violento combattimento, comandante di mezza compagnia del reparto che sostenne l’urto deciso e violento delle forze nemiche, resistette all’impeto travolgente di esse con tenacia ed energia, dando superbo esempio di elevatissime virtù militari. Colpito dapprima, alla gamba destra, sotto al ginocchio, cadde, ma rialzatosi incitava i suoi ascari alla difesa ricordando loro le glorie del battaglione. Colpito di nuovo alla coscia sinistra, sollevandosi quanto più possibile da terra, ancora una volta richiamava i suoi ascari al dovere supremo. Seguiva intorno a lui una furiosa mischia fino a che, colpito nuovamente al petto, alla fronte, all’addome, egli soccombeva sul campo, ed intorno a lui circa venti ascari che ne avevano seguito lo strenuo valore. Già distintosi a Bir Tagrift (Tripolitania, 25 febbraio 1928) ove aveva meritato il passaggio ad effettivo per merito di guerra. – Guerat el Afie (Tripolitania), 31 ottobre 1928.

Dopo la sua morte fu edificata , in sua memoria,la colonia “Carlo Santoro” situata a Tresigallo, in provincia di Ferrara. Questa struttura fu originariamente creata per offrire attività ludico-formative e ricreative ai bambini della Libia Italiana. Successivamente, la colonia ha cambiato funzione diventando un ospedale sanatoriale, ruolo che ha mantenuto fino agli anni 60. Con il passare del tempo, tuttavia, la struttura è andata incontro a un progressivo stato di abbandono.
Carlo Santoro, pur avendo dedicato la sua vita alla patria, non ha mai dimenticato le sue origini. Cava de’ Tirreni, la città che lo ha visto nascere e crescere, è orgogliosa di annoverarlo tra i suoi figli più illustri. La sua storia è un esempio per le nuove generazioni, un invito a coltivare i valori dell’onore, del coraggio e del sacrificio. È importante che la venga ricordato nel tempo, affinché le giovani generazioni possano conoscere e apprezzare il suo esempio. Egli rappresenta un simbolo di italianità, un eroe che ha sacrificato la propria vita per la patria. La sua storia ci insegna che anche i piccoli gesti possono fare la differenza e che il coraggio è una virtù che non ha età. Cava de’ Tirreni, onorando la memoria di uno dei suoi figli più illustri, rende omaggio a tutti coloro che hanno combattuto per la libertà e per l’unità della nostra nazione.
foto ed elaborazione testo da www.combattentiliberazione.it/
