Villa Galise: una passeggiata tra storia e bellezza

3 Mar,2025 | Cava Ieri

Villa Galise rappresenta uno dei tesori nascosti di Cava de’ Tirreni, un luogo dove storia, natura e cultura si intrecciano creando un’esperienza unica per chi decide di visitarla. Situata nel suggestivo borgo di Rotolo, questa dimora storica s’inserisce perfettamente nell’insieme di ville signorili che caratterizzano le colline intorno a Cava.

Già nel 1793, Carlo Ulisse de Salis Marschlins nel suo “Viaggio nel Regno di Napoli” descriveva la zona come un luogo ideale “per chi è desideroso di aria fresca, di campagna e di solitudine”, definendola una “pacifica e incantevole vallata” ricca di panorami pittoreschi e bellissima per le numerose ville di cui è costellata.

Villa Galise è parte di questo patrimonio architettonico che circonda il Borgo de La Cava. Come molte altre dimore storiche della zona, gode di una posizione privilegiata con affacci sul mare e vista sui monti imponenti, come il monte Finestra che domina la città.

La villa ha ospitato personaggi illustri nel corso della sua storia. Nel 1944, Villa Ricciardi (oggi sede de “La Nostra Famiglia”), una villa vicina sempre a Rotolo, ospitò il governo greco in esilio. Il poeta Giorgio Seferis, premio Nobel per la Letteratura, che faceva parte di quel governo come Capo del Servizio Stampa, cantò la sua malinconia nell’ode “Ultima tappa, Cava dei Tirreni 5 ottobre 1944”.

La storia di Villa Galise è legata anche alla caccia ai colombi migratori, uno spettacolo unico in Italia che attirava persino il Viceré di Napoli. I cacciatori lanciavano sassi con le fionde dall’alto delle antiche torri per attirare i colombi sotto le reti.

La famiglia Galise era tra le più facoltose e note della zona, tanto da dare il nome a un rione nei pressi di San Pietro, ancora oggi chiamato “I Galisi”. Possedevano ampi terreni e perfino un altare nella chiesa parrocchiale di San Pietro a Siepi, arricchito da un crocifisso ligneo dello scultore Giacomo Colombo, firmato e datato 1689.

Villa Galise ricorre spesso nei quadri e disegni della pittrice cavese Pia Galise, che ha ritratto più volte i declivi e le torri del territorio. Nella monografia dedicata all’artista da Matilde Romito, “Pia Galise da Cava de’ Tirreni. Una pittrice agli albori del Novecento”, si parla della “cara villa di Rotolo, vissuta da settembre a inizio novembre”. Nei lavori dell’artista, scomparsa nel 1959, appaiono spesso strutture sparse nella vastissima proprietà.

È soprattutto dai ricordi di Elvira Santacroce, figlia di Pia Galise, che emerge un affresco vivido della villa: gli ambienti luminosi, il verde circostante con fitti boschi, querce fruscanti, prati in fiore e il pozzo davanti alla casa su cui si arrampicava un delicato glicine, nonchè delle lunghe passeggiate sulle colline, dove venivano preparate le reti per la caccia ai colombi, e della salita verso lo Sciripullo, l’altura rocciosa circondata da una vegetazione rigogliosa.

In questo scenario, il pittore Matteo Apicella cercava ispirazione durante le sue escursioni nei dintorni di Cava. Come confessa nel suo diario “Fogli di ricordi”: “me spassaje cu ‘e culure ca m’hanno fatto fremere e cantà“.

La proprietà si estendeva fino alla Chiesa della Maddalena, dove si poteva godere dei prati profumati e della vista del mare in lontananza. La strada raggiungeva la villa con un’ampia curva, ma i bambini preferivano arrampicarsi sul ciglio scosceso, immergendosi nel verde della montagna.

Rifare oggi una passeggiata in questi luoghi, seguendo un itinerario che ci conduce indietro nel tempo alla ricerca di significati e memorie, può essere un’esperienza stimolante e avvincente. Villa Galise rappresenta non solo un edificio storico, ma un pezzo di memoria collettiva che racconta la storia, la cultura e le tradizioni di Cava de’ Tirreni.

Pia Galise- La torretta di Villa Galise

Articolo elaborato da testi di Lucia Avigliano in Le Vite di Villa Galise – convegno Comune di Cava de’ Tirreni 17 maggio 2018

error: Il Contenuto è protetto!!