Giustino Fortunato: una leggenda dei Monti Lattari

16 Giu,2025 | I Personaggi, La Natura

Nel 1877, dalle alture di Cava de’ Tirreni, iniziò una delle più significative esplorazioni dell’Appennino meridionale. Protagonista fu Giustino Fortunato, grande meridionalista e naturalista, che scelse proprio il territorio cavese come punto di partenza per la sua storica traversata dei Monti Lattari.

Perché Cava de’ Tirreni

Fortunato non scelse Cava casualmente. La posizione strategica della città, alle porte dei Monti Lattari e crocevia di importanti vie di comunicazione, la rendeva il punto ideale per iniziare un’esplorazione che aveva obiettivi sia naturalistici che sociologici. Come scrisse: “Eppure, non c’è una forse contrada per tutto l’Appennino … che abbia nel tempo stesso tanta maestà di monti e tanta bellezza di marine…”

Il primo tentativo fallito

Nel 1876, Fortunato organizzò il suo primo tentativo di traversata con partenza dalla frazione Corpo di Cava. L’esperienza si rivelò un fallimento, ma non si scoraggiò. L’anno successivo riprogrammò la sua avventura con maggiore preparazione, scegliendo un punto di partenza diverso nel territorio cavese.

Il 15 Ottobre 1877: la storica partenza

L’alba del 15 ottobre 1877 segnò l’inizio della leggenda. Alle ore 6 del mattino, nel “più bel mattino di autunno”, Fortunato partì da un vallone in località Contrapone di Cava de’ Tirreni. Ad accompagnarlo nel primo giorno c’era un vecchio taglialegna, procurato da un notabile locale, il dottor Pisapia.

La scelta della località Contrapone si rivelò vincente: da qui Fortunato riuscì a completare in tre giorni la traversata fino a Punta Campanella, mappando quello che oggi è conosciuto come l’Alta Via dei Monti Lattari.

La descrizione del territorio cavese

Fortunato lasciò una descrizione memorabile del paesaggio che si apriva dai territori di Cava: “Salendo per le falde di quel vario andirivieni, che da ogni lato si contorna più o meno alpestre ma sempre ricco di vedute, si scorge come per incanto l’azzurro specchio dell’acqua distendersi qua e là a perdita d’occhio…”

L’eredità duratura

Oggi il percorso immaginato da Fortunato è diventato l’Alta Via dei Monti Lattari, identificata dal CAI come sentiero 300. Nel 1986, le sezioni CAI di Napoli e Cava de’ Tirreni-Salerno si incontrarono per sviluppare questo progetto, nato proprio dall’esperienza che Fortunato compì partendo da Cava nel 1877.

Cava, custode della memoria

Cava de’ Tirreni conserva con orgoglio la memoria di quella storica partenza. La località Contrapone rappresenta non solo un luogo geografico, ma il simbolo dell’inizio di una delle più importanti esplorazioni dell’Appennino meridionale. Da quella mattina d’autunno del 1877, la città può rivendicare il ruolo di aver dato inizio a una delle più significative avventure esplorative del Sud Italia.

Il territorio cavese continua a essere il punto di partenza per chi vuole ripercorrere le orme del grande meridionalista, mantenendo vivo il legame tra la città e l’eredità di Giustino Fortunato.

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